Lake Como Design Fair. Design e architettura (da collezione) nella città del Razionalismo
L’evento espositivo dedicato a pezzi unici e design da collezione torna sul lago di Como, con una seconda edizione in programma dal 20 al 22 settembre, e punta al raddoppio dei visitatori. Tra le novità, una sezione dedicata all’architettura e agli artefatti prodotti dagli architetti
Portare gli architetti in fiera, non come visitatori ma come espositori di progetti particolari, vicini al mondo dell’arte e appetibili per i collezionisti. È la scommessa di Margherita Ratti e Andreas Kofler, curatori della nuova sezione di architettura che arriva ad affiancare il corpo principale della Lake Como Design Fair in occasione della sua seconda edizione. Le opere in mostra – schizzi, disegni, modelli, ma anche elementi scultorei appartenenti a progetti su scala più ampia e “capolavori casuali” come mock-up, frammenti di resina o di schiuma – saranno presentate nel contesto del Palazzo del Broletto, gioiello medievale annesso alla cattedrale e non lontano dal Teatro Sociale che ospita la parte principale della fiera. La cifra dell’allestimento sarà, per entrambe le sezioni, quella già sperimentata lo scorso anno: banditi gli stand e gli espositori chiaramente riconoscibili, si è scelto di lasciare tutto lo spazio ai singoli oggetti, organizzati per tipologia.
LE PAROLE DI MARGHERITA RATTI
“Avevamo la curiosità di cercare un nuovo formato espositivo” racconta ad Artribune Margherita Ratti, che prima ha avuto, insieme con Lorenzo Butti, l’idea di portare il design da collezione sul lago di Como, e poi ha deciso di allargare il campo d’indagine all’architettura, una prima per quanto riguarda eventi di questo genere “Sono architetto e lavoro da tanti anni con architetti e studi in particolare per quanto riguarda la comunicazione, ho notato in molti miei colleghi la volontà di creare artefatti sperimentali svincolandosi dalla progettualità legata alla costruzione. Allo stesso tempo, mi sono accorta che l’architettura si invita sempre più spesso nei luoghi dell’arte e del design: sugli stand di fiere come Art Basel, attraverso i percorsi ibridi di architetti che progettano interni o designer interessati alla scala urbana, ma anche nelle collezioni dei musei, con microarchitetture o disegni. Al Museo di Arte Contemporanea di Chicago, per esempio, c’è una serie di modelli di facciate contemporanee”.
IL MERCATO DELL’ARCHITETTURA
Se esporre l’architettura nei musei d’arte ha smesso da tempo di un problema, quid della vendita? “Le gallerie che espongono e cercano di vendere artefatti creati dagli architetti, per lo più parliamo di schizzi e modelli ma non solo, esistono da molti anni” ci spiega Andreas Kofler, anche lui architetto e urbanista oltre che curatore; Leo Castelli lo ha fatto già negli anni Settanta a New York, esponendo i lavori dei modernisti (il riferimento è alla mostra Architecture I, del 1977, che inaugura una nuova era in cui questi artefatti sono visti come oggetti collezionabili, dotati secondo la celebre critica Ada Louise Huxtable di “una forza creativa con implicazioni più profonde rispetto a quelle, ovvie, dello spazio edificato”, n.d. R.). Oggi ci sono le gallerie Aedes a Berlino, volendo citare solo un esempio. Molti nostri colleghi, però, soprattutto i più giovani, non hanno ancora trovato un nuovo mercato”.
GLI ESPOSITORI E LE NEWS
Tra i ventisette espositori, che nella maggior parte dei casi propongono opere inedite, create appositamente per la fiera, ci sono grandi nomi e studi giovani ma già molto noti come Bureau Spectacular. Il suo fondatore Jimenez Lai ha lavorato con l’editore Urban Fabric e ha realizzato dei coloratissimi “tappeti d’angolo” che giocano sia sul piano orizzontale che su quello verticale e coprono parte dei muri oltre al pavimento. Il colore, tema della seconda edizione della Lake Como Design Fair, era uno dei vincoli contenuti nella call a progetti lanciata alcuni mesi fa ed è stato interpretato in maniera personale dagli architetti. “Ci sono stati fondamentalmente due tipi diversi di reazioni al tema” racconta ancora Kofler “Alcuni architetti danno sempre e comunque la priorità al materiale e alle sue caratteristiche, e da qui fanno derivare il dato cromatico, per altri il colore è un aspetto che può essere manipolato e alterato all’occorrenza”. Le stesse tinte forti compaiono nella sezione dedicata alle rappresentazioni fotografiche dell’architettura, per esempio nello scatto del giovane fotografo Marco Cappelletti, che ritrae la Cappella del Barolo, riattivata proprio grazie all’uso del colore da Sol LeWitt e David Tremlett.
COMO E DINTORNI
La città di Como e il suo territorio, ricche di attrattive per gli appassionati di architettura e di testimonianze architettoniche, per esempio del Razionalismo, partecipano quest’anno in maniera più convinta all’operazione. Un supporto che permette agli organizzatori di sperare in un afflusso importante di visitatori “La prima edizione, organizzata in totale autonomia, ha incontrato un pubblico selezionato, di addetti ai lavori, per un totale di circa tremila visitatori. Una cifra che quest’anno contiamo almeno di raddoppiare” spiega Margherita Ratti “C’è stata un’apertura da parte della città, che ha deciso di scommettere sul progetto è di sponsorizzarlo in parte. La Camera di Commercio ha indicato il nostro evento come virtuoso, per le importanti ricadute sul territorio. C’è stato uno sforzo collettivo per proporre al pubblico un’offerta varia, oltre alla fiera negli stessi giorni ci saranno un simposio dedicato al Campo Urbano, un evento che si è svolto cinquant’anni fa proprio a Como, una mostra su Mario Radice e il suo rapporto con l’architettura, e altro ancora”.
– Giulia Marani
Lake Como Design Fair / Como, dal 20 al 22 settembre
Teatro Sociale e Palazzo del Broletto
Dalle 10 alle 19, ingresso libero
www.lakecomodesignfair.com
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