Torna la Camaleonte di Cristian Chironi. Questa volta a Orani in Sardegna. Ma non la guiderà lui
L’artista torna nel paese di origine con la ormai arcinota auto Camaleonte, ispirata ai colori di Le Corbusier. Ma a guidarla non sarà lui, bensì i suoi concittadini. L’intervista
Prima è stata a Milano, poi Bologna, ora “migra” in Sardegna. Stiamo parlando dell’auto Camaleonte, l’ultimo tassello (viaggiante) del progetto My House is a Le Corbusier, ricerca pluriennale dell’artista Cristian Chironi. Dal 6 settembre la macchina che assume le tinte dell’edificio dinanzi al quale ospita (ovviamente solo Le Corbusier), sarà ad Orani, in provincia di Nuoro, luogo d’orgine dell’artista (l’evento naturalmente si chiama Orani Drive). Ma a guidarla questa volta non sarà lui, bensì i suoi concittadini. Qui, in questa intervista, Chironi ci ha spiegato perché.
La Camaleonte torna a casa dopo un lungo viaggio. Ne ripercorriamo le tappe?
A Milano ha percorso per due settimane l’area attorno alla Fondazione Prada, che si contraddistingue per i cambiamenti urbanistici e architettonici della città. Mappando la zona grazie anche alle informazioni dei passeggeri che salivano a bordo e che aggiungevano, giro dopo giro, dettagli e note inedite al viaggio. Il progetto prodotto da FOG Triennale Performing Arts, in la collaborazione con la Fondazione ICA – Istituto Contemporaneo per le Arti – ha messo in connessione la performance con collage creati utilizzando i disegni che Le Corbusier fece nel 1934 durante la conferenza sull’urbanesimo al Circolo filologico milanese e che oggi sono custodite nell’Archivio Piero Bottoni. Città contemporanea, organizzazione degli spazi, conservazione e costruzione, sono state alcuni delle riflessioni che hanno contraddistinto Milano Drive.
E a Bologna?
A Bologna la Camaleonte è stata invece guidata, insieme ai copiloti Barbara Casavecchia e Giacinto di Pietrantonio, in giro per il quartiere fieristico, in un percorso di riflessione urbana e immaginazione sui temi del viaggio, della mobilità, dell’abitazione, dell’attraversamento di confini, legando l’evento fieristico alla città. Nella modalità stop-installativa la Fiat 127 Special (Camaleonte) è stata ospita all’Ex Dogana – Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio di Verona, Rovigo e Vicenza, prodotta da Marsèlleria che in precedenza aveva già sponsorizzato la versione di policromia per il suo spazio espositivo a Milano; al Museo Nivola di Orani il progetto è nato ed è stato esposto per la prima volta.
Ci racconti la storia della Camaleonte e come è entrata all’interno del tuo percorso di ricerca artistica?
La scelta di questo veicolo è legata alla vicenda di Costantino Nivola – artista operante sulla scena internazionale e anche lui di Orani – e al rapporto di amicizia e collaborazione con Le Corbusier. Nivola nei primi anni Ottanta, ormai malato, telefona da Long Island al nipote Daniele (lo stesso che non realizzò il progetto di casa di Le Corbusier perché a detta della famiglia non aveva né porte e né finestre e assomigliava più a un tugurio), chiedendogli di andare nella sua abitazione in Toscana, in un ultimo tentativo di riportare le sue cose a Orani. Daniele ricorda: “Mi ha detto: Cerca di prendere quello che c’è. Compresa la macchina! Ci sono due manifesti artistici di un certo valore… Steinberg… C’erano sculture sue, quadri… Il Picasso non c’era più… Alla fine ho anche lasciato dei bozzetti. Non ci stava tutta la roba nella macchina.”
E poi?
Daniele si imbarca dal porto di Civitavecchia con una Fiat 127 carica di opere d’arte, facendo rientro in paese ignaro di ciò che trasportava. Da questo racconto è nata l’idea di riutilizzare la medesima macchina con un gesto artistico e performativo, in un viaggio fatto di partenze e ritorni, di corrispondenze generazionali, di incontri e visioni immaginarie registrate dal finestrino. Per certi versi la Camaleonte è un’evoluzione e una sintesi del progetto My house is a Le Corbusier, l’auto è così ribattezzata per la sua capacità di mutare il colore della carrozzeria e personalizzata per ogni occasione seguendo gli accostamenti cromatici tipici delle case di Le Corbusier in cui vivo e lavoro.
In questa nuova tappa, torni nel tuo paese e per la prima volta “cedi” il timone (e anche forse una parte di autorialità?) ai tuoi concittadini. Perché?
In Orani Drive Si potrà salire sulla Fiat 127 non come normali passeggeri ma come veri e propri conducenti. In questa occasione infatti siederò di fianco come copilota, lasciando il volante ai miei compaesani: amici, parenti, vicini di casa, conoscenti, facendomi guidare in questa performance per le strade di Orani, in un percorso fatto di memorie e riflessioni attorno alla nostra comunità, che ha dato tra l’altro i natali anche al pittore e incisore Mario Delitala (premio Presidenza Biennale di Venezia nel 1936); al muratore Salvatore Bertocchi che prese parte alla costruzione di diverse opere architettoniche di Le Corbusier; ad Aldo Chironi che mi trasportava da ragazzino a bordo della sua Fiat 127 ribattezzata “Sa Bunda”, la Diavolessa, decorata da Tonino Balvis con segni e scritte; i sarti Mura e Modolo; i fabbri Ziranu; in un intreccio di storie e valori comuni. Ho deciso di lasciare a loro il volante in un desiderio di restituzione e condivisione, cedendo una parte di autorialità così da generare una performance fatta insieme.
Che cosa accadrà nello specifico ad Orani e come si può accedere a questa esperienza?
Daremo vita ad un tour per il paese che ha come punto di partenza la Chiesa di Nostra Signora d’Itria, e che si sviluppa attraversando le numerose testimonianze storiche e artistiche dell’abitato e del suo paesaggio naturale, trasformando lo spazio urbano e l’abitacolo dell’auto nel salotto di una casa. I sedili dell’auto sono omologati per accogliere 4 passeggeri per volta più il conducente, che per trenta minuti siederanno in un viaggio oltre che spaziale anche temporale attraverso le memorie di ciascuno a bordo. Accanto ai racconti si potranno inoltre ascoltare in stereo le composizioni di Francesco Brasini, il Coro di Radio France, Massimo Carozzi, Alessandro Bosetti, Daniela Cattivelli, Dominique Vaccaro, opere sonore registrate nelle varie abitazioni di Le Corbusier sparse nel mondo. Sarà sufficiente prenotarsi liberamente chiamando il numero 349/4634730 o lasciando un messaggio in whatsapp.
Nelle tue opere la componente partecipativa è sempre molto presente, ma in fondo sei sempre tu a condurre il gioco. Che tipo di aspettative hai rispetto a questa esperienza totalmente nuova.
Mi aspetto che ognuno possa contribuire ad essere parte integrante del motore che fa andare avanti questo nuovo step del progetto, che si sta dimostrando ad ogni tappa mai uguale a se stesso, lasciandomi trasportare insieme a tutti i passeggeri, in una performance collettiva che riesca a trasformare la strada nello spazio domestico di un abitare comune.
– Santa Nastro
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