Peter Lindbergh, l’image maker autore di una sola foto. Il ricordo di Aldo Premoli
Aldo Premoli analizza l’opera dell’appena scomparso Peter Lindbergh, il suo rapporto con le super models e la ricerca ossessiva con un solo scopo: creare la donna perfetta
“Se ne è andato Peter Lindbergh, uno dei più acclamati fotografi di moda degli ultimi cinquanta anni”. Più o meno così è apparsa la notizia ovunque. Mi unisco al cordoglio ma non a questa descrizione del suo lavoro. Peter Lindbergh è stato forse il fotografo meno di “moda” tra quelli che ho avuto la fortuna di incontrare tra gli Anni Ottanta e Novanta. Provate a cercare le campagne fotografiche commissionategli da Armani, Prada, Dolce&Gabbana, Calvin Klein, Dior, Pomellato, David Yurman, Balmain e ve ne renderete conto.
LINDBERGH L’IMAGE MAKER
Osservate in sequenza queste immagini rivelano che delle caratteristiche specifiche delle collezioni di abbigliamento e accessori che avrebbero dovuto rappresentare quasi non rimane traccia. In quegli scatti c’è solo e sempre la sua idea di bellezza femminile: c’è Peter Lindbergh, ma poco o niente degli stracci griffati che gli fornivano il pretesto per scattare. Lindbergh è stato un image maker capace di imporre la propria personalissima idea di femminilità. A tutti, indifferentemente: designer, direttori di riviste più o meno patinate e star giunte al suo cospetto. Ha lavorato spessissimo in esterno e soprattutto con il bianco e nero. Innumerevoli sfumature di nero degradanti verso innumerevoli sfumature di grigio, quasi mai su fondo bianco. Anche il compatriota Helmut Newton ha lavorato prevalentemente con il B/W e soprattutto intorno al corpo femminile, ma aveva dell’uno e dell’altro un’idea ben diversa. Due straordinari maestri, allo stesso tempo vicini e lontanissimi.
LE SUPEMODELS
Naomi Campbell, Cindy Crawford e Kate Moss, Christy Turlington, Linda Evangelista, Eva Herzigová, Stephanie Seymour, Tatjana Patitz ma anche Natalia Vodlanova e Maria Carla Boscobono: il gotha delle top model degli ultimi quaranta anni (40!), si è disposto morbidamente e a più riprese davanti al suo obbiettivo; Lindbergh era un uomo gentile e sorridente: sapeva mettere tutti a proprio agio. Poi è venuto il turno delle celebrities: qualche uomo (Mick Jagger, Richard Gere, Robert Pattinson, Jude Law, Matthew McConaughey), e moltissime dive: Catherine Deneuve, Charlotte Rampling, Nastassja Kinski, Tina Turner, Isabella Rossellini, Madonna, Sharon Stone, Kate Winslet, Charlize Theron, Emma Watson, Isabelle Huppert, Julienne Moore, Scarlett Johansson… Lindbergh le ha ritratte tutte. Tutte in pose naturali, con pochi fronzoli e poco trucco. Pare impossibile ma anche Chiara Ferragni (Pomellato 2018) e Marion Cotillard (Dior 2012) in una foto di Lindbergh mostrano altrettanto appeal. Perché a tutte è toccata la stessa sorte: annullarsi davanti a un maestro dell’obiettivo che ha realizzato per tutta la vita una solo foto costruita intorno al proprio sogno privato: dipingere una inarrivabile e stupefacente creatura femminile.
– Aldo Premoli
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