Berlin Updates: Joanna Raikowska, il parto sopra Berlino. Spigolature neonatologiche dopo un giro all’Accademia di Belle Arti
Vabbé: Joanna Raikowska se l’è cercata. Venti minuti di video con una puerpera che zampetta – nuda, seminuda, vestita – sui tetti di Berlino, prima dell’epilogo in una sala travaglio che pare un mattatoio, chiamano la battutaccia con riferimento a Wim Wenders. Ingenerosa, è vero, come lo è l’indicazione che in rigoroso ordine di apparizione […]
Vabbé: Joanna Raikowska se l’è cercata. Venti minuti di video con una puerpera che zampetta – nuda, seminuda, vestita – sui tetti di Berlino, prima dell’epilogo in una sala travaglio che pare un mattatoio, chiamano la battutaccia con riferimento a Wim Wenders. Ingenerosa, è vero, come lo è l’indicazione che in rigoroso ordine di apparizione ricorda, all’Accademia di Belle Arti, la contiguità tra cesso e spazio espositivo. Un lavoro potente, invece, questo Born in Berlin: non la semplice summa di tutti i feti e i parti che l’arte contemporanea ha propinato negli ultimi quarant’anni.
Grana dell’immagine volutamente sporcata, quasi pittorica nella sua imperfezione; momenti cruenti – è forte davvero la scena della nascita – ed altri di un lirismo attonito e ammaliante: la sequenza del bagno nel torrente sembra immergere in una rarefazione baltica le ridondanti danze carnali di Pipilotti Rist. Un buon progetto quello che la ragazza di Polonia ha portato a questa Biennale; un progetto riscaldato dalla poesia del video pendant che ricostruisce l’ultimo sogno realizzabile di un uomo perduto nella propria memoria.
– Francesco Sala
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