Berlin Updates: per Masbedo arriva l’era delle disillusioni. Niente più sogni, ma solo scorie e carie. Tante foto dalla performance all’Ambascita Italiana
Se i testimonial delle ultime grandi utopie sono finiti sottoterra, nella più recente delle ipotesi, trent’anni fa, significa che ormai dobbiamo fare a meno persino del sogno. Non basta il consueto e ottimamente riuscito velo estetico per nascondere l’amaro: l’ultima performance costruita da Masbedo graffia e punge, cercando di scuotere lo stomaco. I have not […]
Se i testimonial delle ultime grandi utopie sono finiti sottoterra, nella più recente delle ipotesi, trent’anni fa, significa che ormai dobbiamo fare a meno persino del sogno. Non basta il consueto e ottimamente riuscito velo estetico per nascondere l’amaro: l’ultima performance costruita da Masbedo graffia e punge, cercando di scuotere lo stomaco. I have not a dream stupra e devasta le ultime icone libertarie della società di massa, da John Lennon a Martin Luther King: l’lp di Imagine viene abraso da strumenti odontoiatrici fino a risultare inascoltabile, è volontariamente cariato e poi ricoperto di smalto dorato; quasi un ribaltamento del Love over Gold dei Dire Straits, tanto per rimanere nella musica pop.
Ossessiva compulsiva la punta che gratta i biglietti delle lotterie istantanee, ultimo miraggio di una società obnubilata dall’individualismo: il trapano spinge nella bocca del reverendo King viti che ne tappano il grido, ne strozzano impietose la voce. Di pietà, invece, ne hanno tanta i Masbedo: è la pietà di chi riconosce la bellezza e sa usarla; di chi affronta la disillusione e la cavalca. Di chi si mette in gioco: portare un lavoro del genere a Berlino, città schiacciata dall’ideologia, ha un valore unico.
– Francesco Sala
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