Ora più rada ora più densa. Architetture dell’immaginario – Sabrina Muzi
La Fondazione di Vignola ospita “Ora più rada ora più densa. Architetture dell’immaginario”, una rassegna di arte contemporanea a cura di Lucia Biolchini tra le mura della storica Rocca.
Comunicato stampa
Fino al 26 aprile 2020 la Fondazione di Vignola ospita “Ora più rada ora più densa. Architetture dell’immaginario”, una rassegna di arte contemporanea a cura di Lucia Biolchini tra le mura della storica Rocca. Dopo Marina Fulgeri è la volta, a partire da sabato 21 settembre e fino al 10 novembre, di Sabrina Muzi. Seguiranno, nei prossimi mesi, Alessandro Moreschini, Linda Rigotti e Giorgia Valmorri. Il programma completo è scaricabile qui.
Il secondo appuntamento di "Ora più rada Ora più densa. Architetture dell'immaginario", la rassegna di arte contemporanea a cura di Lucia Biolchini realizzata dalla Fondazione di Vignola tra le mura della maestosa Rocca di Vignola, è l'intervento di Sabrina Muzi SHĀN [cap. 2], a partire da sabato 21 settembre alle ore 11.30.
“Si tratta di un progetto realizzato durante una residenza in un piccolo villaggio cinese ai piedi della Grande Muraglia e presentato durante l’Artweek bolognese - spiega la curatrice - che qui si presenta in una nuova veste”. Oggetto del lavoro della Muzi è la montagna (Shān in cinese), dipinta ad acquerello su lunghi fogli verticali di carta di riso e su sottili carte cinesi, le cui stratificazioni seriali e le trasparenze restituiscono un luogo di sovrapposizioni temporali e spaziali.
“Questo laboratorio di arte contemporanea, che richiama nel titolo le “Città invisibili” di Italo Calvino, operazione culturale pensata per valorizzare uno dei nostri monumenti più importanti - afferma Carmen Vandelli, Presidente della Fondazione di Vignola - dopo la riuscita sperimentazione dei primi mesi, prosegue adesso con Sabrina Muzi che sovrapporrà paesaggi e monumenti, consentendoci una nuova lettura delle Sale delle Colombe, del Padiglione e dei Cani della nostra Rocca”.
Shān è un’immagine icona che reiterata come un mantra si carica di forza simbolica divenendo emblema di un archetipo e testimone di un luogo e delle sue trasformazioni. A introdurre il lavoro, una nuova opera che sgorga dal camino della Sala delle Colombe e tende verso il centro della stanza. Al primo piano il nucleo principale del lavoro, l’installazione di carte sospese, le foto verticali montate su seta e le bacheche di disegni. Il progetto si concretizza in un'architettura del paesaggio e il video proiettato nella Sala dei Cani, in cui la magnifica decorazione sembra esaltarne la visione, la pone in relazione con una forma antropomorfa: due corpi entrano in risonanza, quello umano e quello della montagna, ponendo le basi per una nuova indagine percettiva sul paesaggio.
Sabrina Muzi si è laureata in Pittura all’Accademia di Belle Arti, nata a San Benedetto del Tronto da anni vive e lavora a Bologna. Inizia la sua pratica artistica agli inizi degli anni ‘90 lavorando dapprima con l’installazione e il disegno e dal 1996 concentrandosi in ambito video, fotografico, video-installativo e performativo. Il suo lavoro è stato esposto in gallerie, musei, spazi pubblici e festival video in Italia e all’estero. Dagli anni 2000 inizia a lavorare anche in spazi non deputati all’arte, realizzando interventi urbani, performance partecipative, installazioni site specific, e alternando l’attività in Italia alla partecipazione a programmi di ricerca internazionali, dove realizza progetti contestualizzati al luogo. E’ invitata in vari programmi di residenza, tra cui al Film Art-in-Residency, Atlantic Center for the Arts (Florida, 2001); MMCA del National Museum of Modern and Contemporary Art (Seoul, 2007); TAV-Taipei Artist Village (Taipei 2010); Handshake 302, gruppo di artisti, antropologi e architetti attivo a Shenzhen, in cui coinvolge la comunità di un villaggio urbano in un progetto performativo, video e fotografico (2017). La sua ricerca di confronto con il luogo si traduce anche in interventi in ambienti naturali, come nel lavoro site specific a Colle S. Marco (Ascoli Piceno 2011) premiato al Premio Terna nel 2012, o nel progetto installativo nel Bosco di Cardigliano del Salento (Specchia, 2014). Tra le ultime mostre: personale a Dislocata, a cura di Raffaele Quattrone, Vignola (2014); “Hestia” a cura di Maura Pozzati, ABC, Bologna, (2015); “Kahuna” a cura di Leonardo Regano, ex Chiesa San Mattia, Bologna (2018).
www.sabrinamuzi.it