Chiara Bevilacqua / Yorgos Zois – La conta
Kunstschau_Contemporary Place a Lecce in via Gioacchino Toma 72, inaugura la mostra La conta con le opere di Yorgos Zois (Atene, 1982) e Chiara Bevilacqua (Lecce, 1983), a cura di Mariagrazia De Giorgi.
Comunicato stampa
Martedì 24 settembre 2019 alle ore 19.00, Kunstschau_Contemporary Place a Lecce in via Gioacchino Toma 72, inaugura la mostra La conta con le opere di Yorgos Zois (Atene, 1982) e Chiara Bevilacqua (Lecce, 1983), a cura di Mariagrazia De Giorgi.
Il titolo ironico e ludico sembra rievocare un gioco a sorteggio o qualche filastrocca scanzonata dell’infanzia eppure rivela, nell’accezione delle opere in mostra, una conta diversa, da adulti, nella vita reale, dove tutto “si conta”, tutto ha un peso, un valore, un costo, e dove lo scopo di ogni giorno è rimanere… in gioco.
Il regista greco Yorgos Zois espone il mediometraggio Casus Belli presentato nella 67. Mostra del Cinema di Venezia del 2010. Numerosi i riconoscimenti e i premi internazionali riscossi dal regista per il film, un’arguta analisi del blackout culturale in cui alcune situazioni apparentemente normali – le continue file al bancomat, al supermarket, al cinema, al check-in, al museo, in chiesa, nei grandi magazzini – possono improvvisamente degenerare in casi di conflitto, come nella scena decisiva che ha luogo nella mensa dei poveri.
L’artista incentra la sua attenzione sulle differenze delle classi sociali e sui ruoli, sulle identità che ognuno indossa nella società attuale, prendendo parte ad una immensa conta delle opportunità, delle esperienze, delle speranze. La metafora amara di un uomo in coda si trasforma nella costante, estenuante attesa del proprio turno, il momento decisivo per un’azione o una svolta che non avverrà mai.
Chiara Bevilacqua presenta l'installazione site specific 005. Sono circa 10.000 gli scontrini che ricoprono le pareti laterali, il soffitto e il pavimento del box e che vengono incisi, infiammati, anneriti e sbiancati per mezzo di un semplice accendino, il cui utilizzo rievoca il ricorso alle tecniche tradizionali dell’incisione, linguaggio d’elezione per l’artista. Con l’intervento ambientale, la maniacale disposizione dei minuscoli documenti fiscali invita a riflettere su come ogni uomo sia costantemente immerso nella matrice economica e finanziaria che condiziona l’ambiente. La conta – quella monetaria, quella quotidiana dei consumi e degli indici di borsa – si trasforma nell’ossessione totalizzante di un’ecologia del numero e della spesa.