Rinascimento incongruo. Sara Enrico e Andrea Respino a Torino
Quartz Studio, Torino – fino al 23 ottobre. L’incertezza è alla base delle opere pittoriche e scultoree di Andrea Respino e Sara Enrico.
La mostra Mai un vestito dunque, adeguato – progetto site specific di Sara Enrico (Biella, 1979) e Andrea Respino (Mondovì, 1976) per lo spazio di Quartz Studio – non è solamente un’esposizione che sintetizza l’incontro quotidiano di una coppia di artisti, legati per intelletto, ricerca stilistica e sentimento; non è nemmeno una semplicistica associazione di opere che rispecchia la più ampia fusione della coppia. Ciò che si può notare, anche non conoscendo il vissuto dei due artisti, è il privilegio concesso al dono dell’incertezza: Respino impone all’uomo improbabili o parziali vestizioni, in quelli che la curatrice Francesca Referza ha definito “dipinti psicologici dal forte carattere introspettivo”; Sara Enrico ribalta di segno la materia scultorea e le superfici rare grazie ai processi delle nobili composizioni coloristiche della pittura religiosa di stampo popolare – il rosso è infatti sapientemente accostato al prezioso “verde Veronese”.
L’insieme procede nel tripudio della misura: nelle anatomie perfette, nella gestualità plastica e votiva, nella tensione cromatica e nel dinamismo del materiale si avverte un’apprensione degna della teatralità rinascimentale. Un Rinascimento incongruo, una curva deformante gli oggetti, che tende sempre a una retorica muta e ad ambientazioni in “luoghi non giurisdizionali” (così li chiamava Giorgio Caproni). Un’interessante prova tecnica riempita di tensione empatica, senza mai scadere nell’imitazione.
‒ Federica Maria Giallombardo
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