Salvatore Manzi – Deuteroluogo
La Saaci/Gallery di SabatoAgiero è lieta di presentare la quarta mostra di Salvatore Manzi, a cura di Luciana Berti.
Comunicato stampa
La Saaci/Gallery di SabatoAgiero è lieta di presentare la quarta mostra di Salvatore Manzi, a cura di Luciana Berti, che inaugurerà sabato, 5 ottobre, dalle 19.
Deuteroluogoè il titolo della grande installazione di cartapesta che ridefinisce lo spazio della galleria, interrompendo il consueto percorso di visita. Attraverso elementi incorporei - vapore, luce, suono - l'opera acquista consistenza e si propaga nel grande ambiente bianco, ponendo lo spettatore a contato diretto con una conoscenza di matrice spirituale esperita attraverso la materia sensibile.
Letteralmente luogo secondo, il deuteroluogo è, quindi, una realtà al di là dello sguardo, oltre il ricamo di carta, stucco e pittura, che si rivela attraverso il diffondersi della luce e della traccia sonora composta da Giuseppe Fontanella, chitarrista del gruppo 24 Grana con cui Salvatore Manzi torna a lavorare in occasione della mostra. Al forte impatto sensoriale della mostra contribuisce il vapore della fog machine che rende lo spazio ovattato e denso.
L'indagine sul rapporto di derivazione tra una realtà prima, il corpo sensibile, e un contesto secondo, la realtà interiore, muove dalla lettura dei testi del teologo Paolo Ricca, ma è anche una intuizione profondamente umana di alterità e di prossimità, quel concetto di trascendenza che si riscontra in ogni cultura.
Il concetto di deuterolugo si ritrova nel video Dimora (2019) nel quale immagine e suono percorrono vie parallele, dall'enormità dell'universo, del quale ascoltiamo le tracce audio raccolte dalla NASA, allo spazio minuto dell’interno di una conchiglia, tra superfici dorate e imperfezioni, polvere e luminescenze di ambra e di alabastro.
Biografia
Salvatore Manzi nasce nel 1975 a Napoli, dove vive e lavora. Interessato fin dagli esordi a indagare l’iniquità del sistema e del mercato dell’arte, dal 1999 al 2002 intraprende un complesso percorso di azzeramento creativo. Prende parte e organizza diversi collettivi per sperimentare processi di spersonalizzazione artistica, mettendo in discussione i concetti di autorialità e originalità nel corso del processo creativo.
In seguito si volge a una ricerca più ampia e nei suoi lavori compaiono numerosi riferimenti al disagio sociale, alla psichiatria, alla politica, alla libertà d’informazione. Dal 2006 la sua produzione si infittisce di contenuti spirituali, approdando a una indagine iconoclasta legata al sacro, ai silenzi archetipici e all'invisibile, territorio indagato anche attraverso gli studi teologici.