Decentralizzare è la parola d’ordine di molte iniziative culturali. La creazione di una mappa di eventi dislocati crea un movimento di energie che giova alla città, rivitalizzandola e contrassegnandone le ricchezze locali e strutturali. Si dà corpo, così, a una ragnatela di percorsi che, diramandosi da un centro catalizzatore, costringe la fetta più o meno larga di territorio coinvolto a stringersi intorno allo stesso evento.
Il Festival Internazionale della Scena Contemporanea Fabbrica Europa di Firenze, giunto alla XIX edizione, persegue sicuramente questo obiettivo. Dal 3 al 13 maggio, dagli spazi della Stazione Leopolda – che ospiteranno le più recenti espressioni contemporanee della danza, della musica, del teatro di ricerca, delle arti visive e della multimedialità, all’insegna della sperimentazione – si dirama una mappa di luoghi paralleli, quali il Teatro della Pergola, Le Murate, l’Istituto Francese e molti spazi urbani, nei quali si potrà assistere a eventi e azioni performative di artisti emergenti e non.
È il concetto di art mobility che, in questa occasione, si propone di ricreare un movimento culturale di impronta inter-europea, che sia non solo interculturale ma anche intergenerazionale.
Il programma è ampio e ricco di prime nazionali, come lo spettacolo inaugurale, Oedipus/Bête Noir, dell’eclettico coreografo belga Wim Vandekeybus, al Teatro della Pergola. Un coinvolgente adattamento della tragedia sofoclea realizzato da sedici danzatori, attori e musicisti in un sequel serrato di scene ballate su una partitura sonora suonata dal vivo.
Tre diverse location di Firenze – il centro storico, piazza Ghiberti e la Stazione di Porta al Prato – per dodici performer toscani che ripropongono tre pellicole dei fratelli Lumière in una creazione originale diretta dal polacco Wojciech Krukowski; mentre Tony Thatcher, direttore del dipartimento di coreografia della scuola di musica e danza Trinity Laban di Londra, presenterà presso la Stazione Leopolda e Le Murate un progetto tra danza, video e installazione che coinvolge trentasette giovani neo-diplomati alla Laban, provenienti da sette Paesi europei. La compagnia francese di danza contemporanea L’Yeuse, guidata dalla coreografa fiorentina Erika Zueneli, da molti anni residente a Parigi, debutta in prima nazionale con Tournois: sette danzatori ballano e recitano come fossero in un gioco di scacchi, evocando i temi del conflitto e della seduzione.
È naturalmente presente la compagnia di danza del Maggio Musicale fiorentino, Maggiodanza, che propone tre pièces nel segno della giovane coreografia contemporanea: Dance Me di Leone Barilli, Diataraxia di Annalì Rainoldi e la nuova creazione per Fabbrica Europa di Paolo Arcangeli, in scena insieme all’étoile ospite Alessandro Riga. La compagnia cesenate Dewey Dell, di Teodora, Agata e Demetrio Castellucci, presenterà lo spettacolo Grave, creazione site specific sulla caduta come condizione di isolamento estremo, nel tempo e nello spazio.
Una nota di grande originalità è Green Light della danzatrice slovena Mateja Bucar. Dal 9 al 12 maggio trenta danzatori toscani riempiranno la città di Firenze con cento azioni performative presso i semafori della città, negli intervalli tra il rosso e il verde.
Torna in Italia anche Nacera Belaza, coreografa franco-algerina autodidatta, che presenterà l’anteprima del progetto che porterà ad Avignone 2012, Le trait; mentre il gruppo MK di Michele di Stefano, sul palco insieme a Cristina Rizzo, porta in scena l’ultima potente produzione, Il giro del mondo in 80 giorni, di cui già abbiamo parlato su Artribune in occasione della presentazione al Romaeuropa.
Attesa è la prima tappa del Progetto RIC.CI – Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni ’80-’90 curato da Marinella Guatterini, che vede il debutto fiorentino di Duetto di Virgilio Sieni e Alessandro Certini ripreso da Mattia Agatiello e Riccardo Olivier di Fattoria Vittadini. Non può mancare la celebrazione del centenario dalla nascita di John Cage, a cui viene dedicata la serata intitolata L’Homme Armé e quattro concerti in diversi spazi della Stazione Leopolda dal titolo Four. A night with John Cage, coprodotto da Fabbrica Europa, Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, Tempo Reale e ContempoArtEnsemble.
Al Fabbrica Europa trova il suo comodo spazio anche la musica con, tra gli altri, il progetto speciale 101 micro-lezioni di jazz, grazie al quale suoneranno Paolo Fresu, Danilo Rea, Martux e Roswell Rudd. Durante tutto il periodo del festival, alla Stazione Leopolda è possibile percorrere il tragitto installativo Post Elettronica curato da Valentina Gensini e Letizia Renzini: creazioni originali, concerti, performance e installazioni di artisti internazionali che hanno come denominatore comune la tensione verso il superamento del meccanicismo elettronico e digitale verso un uso gestuale e contaminato delle nuove tecnologie.
Carolina Ciccarelli
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