Duo – Mirko Baricchi / Giulia Lazzaron
Con la mostra bi-personale di Mirko Baricchi (La Spezia, 1970) e Giulia Lazzaron (Milano, 1992), in programma dal 19 ottobre al 13 novembre 2019, la Galleria 8,75 Artecontemporanea di Reggio Emilia inaugura un nuovo format espositivo, teso a favorire il dialogo tra artisti appartenenti a diverse generazioni.
Comunicato stampa
Con la mostra bi-personale di Mirko Baricchi (La Spezia, 1970) e Giulia Lazzaron (Milano, 1992), in programma dal 19 ottobre al 13 novembre 2019, la Galleria 8,75 Artecontemporanea di Reggio Emilia inaugura un nuovo format espositivo, teso a favorire il dialogo tra artisti appartenenti a diverse generazioni.
Curata da Chiara Serri, l’esposizione è realizzata in collaborazione con le gallerie Bonioni Arte di Reggio Emilia e Cardelli & Fontana Arte Contemporanea di Sarzana (SP), che hanno messo a disposizione le opere di Mirko Baricchi, grazie anche al lavoro sulla creatività emergente posto in essere dall’associazione Villa Sistemi Reggiana, che ha premiato Giulia Lazzaron nell’ambito del concorso “OfficinARS”.
«Nelle opere di Mirko Baricchi e Giulia Lazzaron – scrive la curatrice – non c’è indugio nella descrizione, semmai allusione ai colori e alle forme del paesaggio classico, dissolti in liriche distese d’acqua, di terra e di luce, interrotte da inattesi appigli visivi (Baricchi) o da epifanie di animali appartenenti ad un bestiario costruito nel tempo (Lazzaron). Non c’è mimesi. Non c’è riproduzione. Semplicemente un ricordo – memoria d’infanzia, notizia di cronaca, sentire condiviso – che diventa opera. Nessun intento narrativo, semmai fare, azione, che apre a strade “altre”, ad un mondo liquido, la cui poesia nasce dalla fusione tra interno ed esterno, immaginario dell’artista e suggestioni naturali».
Le opere di Mirko Baricchi presenti in mostra, fatta eccezione per due grandi carte esposte in precedenza al CAMeC La Spezia, fanno parte della serie “Selva”, la cui trama pittorica nasce da un duplice gestualità: da un lato l’applicazione del colore acrilico sulla tela attraverso pennellate veloci, dall’altra la parziale rimozione della materia pittorica, procedura che, contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, contribuisce anch’essa alla costruzione dell’opera.
La fotografia di Giulia Lazzaron, volutamente aniconica, costituisce la base per incisioni dirette a punta secca o indirette all’acquaforte. La scelta dell’inquadratura e gli interventi in camera oscura le consentono di ottenere un fondo soffuso, quasi un acquario all’interno del quale si muovono animali spesso in via d’estinzione. A partire da fatti di cronaca, l’artista conduce una riflessione sull’impatto dell’uomo sul mondo animale e sulle strategie messe in atto dalla natura stessa per sopravvivere.
La mostra sarà inaugurata sabato 19 ottobre alle ore 17.00, alla presenza degli artisti.