La pittura di Bernardo Bellotto e la Toscana
La Fondazione Centro Studi Ragghianti fa da cornice alla mostra che ripercorre il periodo toscano di Bernardo Bellotto, nipote di Canaletto. Tra Lucca, Firenze e Livorno.
Una mostra di studio su un lungo lavoro d’archivio ricostruisce il periodo toscano del nipote del celebre Canaletto e data la nascita del vedutismo toscano, percorso che s’intreccia con il vivace clima artistico della città di Lucca. In prima mondiale, esposte insieme le sei opere provenienti da York e dalla British Library riguardanti la città di Lucca, oltre a vedute venete e fiorentine. Un Grand Tour che fu la scintilla da cui scaturì il personale stile di Bellotto. Corredano la mostra documenti d’epoca come una carta della Repubblica di Lucca e un Martirologio ecclesiastico del 1570 redatto da Giuseppe Civitali, con un disegno a inchiostro della Piazza San Martino.
LUCCA E FIRENZE
Non ancora diciannovenne Bernardo Bellotto (Venezia, 1721 ‒ Varsavia, 1780) lasciò il Veneto e la bottega dell’illustre zio Antonio da Canal per compiere una sorta di viaggio d’istruzione artistico, che, come documentano recenti ricerche d’archivio, ebbe luogo nel 1740 e non nel 1742, e ciò permette di cogliere appunto il precoce e autonomo interesse per la veduta nel giovanissimo artista. E fu su invito di due notabili e collezionisti di Lucca, tali Zanetti e Gerini, che lavorò in città, lasciando una veduta della Piazza di San Martino e cinque disegni di ulteriori scorci o dettagli urbani. Altra tappa del viaggio, Firenze, raccontata in raffinate vedute dei Lungarni e di Piazza della Signoria. Completa il viaggio toscano di Bellotto il capriccio livornese ispirato dal monumento ai Quattro Mori, già opera del Tacca. La mostra ha anche un’appendice veneziana, in omaggio alle origini di Bellotto, con una bella veduta giovanile di Luca Carlevarijs, del Molo e della Zecca.
Un dialogo fra città e territori ricchi di storia, nel segno del vedutismo e dell’ambiente culturale circostante.
VEDUTE CONTEMPORANEE
La mostra ha anche un momento di raccordo con il contemporaneo: in chiusura di percorso, realizzata in collaborazione con Photolux, la sezione dedicata alle opere di Jacopo Valentini e Jakob Ganslmeier, giovani fotografi che si sono ispirati alle vedute di Bellotto della Piazza San Martino, producendo loro personali reinterpretazioni di quella delicata atmosfera salottiera della città che affascinò il pittore veneto e ancora oggi non cessa di stupire visitatori da tutto il mondo.
‒ Niccolò Lucarelli
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