Rosa Foschi – Polaroid Rosa & Film Foschi
La Galleria Il Ponte presenta una mostra dedicata a Rosa Foschi, film-maker, fotografa e pittrice, dopo studi classici ed artistici ha frequentato il Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma e ha realizzato vari cortometraggi in disegno animato (depositati presso la cineteca di Bologna), prodotti dalla “Corona cinematografica” di E. Gagliardo di cui tre, realizzati fra la fine degli anni Sessanta e primi Settanta, vengono presentati in galleria: Amour du cinéma (1969), Ma femme (1970) e Amore e Psiche (1971).
Comunicato stampa
La Galleria Il Ponte presenta una mostra dedicata a Rosa Foschi, film-maker, fotografa e pittrice, dopo studi classici ed artistici ha frequentato il Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma e ha realizzato vari cortometraggi in disegno animato (depositati presso la cineteca di Bologna), prodotti dalla “Corona cinematografica” di E. Gagliardo di cui tre, realizzati fra la fine degli anni Sessanta e primi Settanta, vengono presentati in galleria: Amour du cinéma (1969), Ma femme (1970) e Amore e Psiche (1971).
Successivamente si è dedicata alla pittura e in particolar modo alla fotografia, di cui in mostra viene presentata una particolare serie di polaroid, realizzate fra la metà degli anni ’80 e ’90, incentrate su una particolarissima visione dello still life.
Come scrive Paolo Barbaro: “È chiaro che l’ambito di riferimento della fotografia di Rosa Foschi è quello Dada, ma [in] queste raccolte di oggetti quotidiani attaccati a comportamenti e pensieri… è percepibile il rigore dell’organizzaione di queste immagini, il controllo della realzione tra stesure (la luce uniforme, da prelievo segnaletico o da polaroid, è solo una delle forme retoriche attive in queste immagini) ed anche alcuni elementi di iconografia fotografica, l’uso degli specchi allude concettualmente al raddoppiamento,… il gioco libero tra i generi della natura morta e il ritratto, che qui si arricchisce delle riflessioni tra iconologia e indagine alchemica di area romana post-concettuale, tra Calvesi, Fagiolo e naturalmente Luca Patella.”