Derno Ricci – Ritratti
Una selezione di scatti di personaggi che hanno lasciato il segno nella Firenze e nell’Italia degli anni ‘80.
Comunicato stampa
Dal 2 novembre al 2 dicembre il Museo Marino Marini di Firenze ospita “Ritratti”, la mostra dedicata agli scatti di Derno Ricci, artista toscano scomparso a Firenze nell’ottobre del 2009. La mostra è un omaggio al fotografo e al personaggio Derno Ricci, uomo poliedrico, un grande viaggiatore, sempre affascinato dalle persone che ha incontrato nei vari paesi e fedele al suo scatto in bianco nero.
Nella mostra al Museo Marino Marini il pubblico potrà ammirare una selezione dei ritratti di personaggi che hanno lasciato un segno nella Firenze e nell’Italia degli anni Ottanta. L’artista e fotografo Derno Ricci ha saputo immortalare in uno scatto quei personaggi e quei momenti, fermando il tempo con naturalezza e maestria, tocchi magici che caratterizzano tutte le sue collezioni fotografiche
Questa collezione mette anchein luce come il ritrattista toscano sia riuscito a fermare, in ogni occasione, l’aspetto più intimo e segreto delle persone ritratte, offrendoci la possibilità di osservare volti e storie ancora molto attuali e moderne, ma nello stesso tempo frammenti meravigliosi dell’essenza più profonda di Derno, immutabile nel passare del tempo.
La mostra è a cura di Bruno Casini e Betty Barsantini, in collaborazione con Annamaria Ricci e Silvia Orlandi.
IL PROGETTO “RITRATTI”
“Ritratti” è una delle quattro collezioni principali dell’artista, insieme a "Necropolitanie", "L’isola delle anime” e “Animali”.
Il ritratto è uno dei temi più significativi dell’attività di Derno Ricci. La sua passione per il ritratto fotografico si conferma nelle sue preferenze artistiche grazie anche all’ incontro con il catalogo di una mostra di Irving Penn, allestita prima a Londra e poi a Torino. Ma ad ispirare il nostro soprattutto maestri della fotografia quali il francese Nadar, pioniere indiscusso della fotografia di posa, Richard Avedon e Robert Mapplethorpe, veri punti di riferimento per il suo lavoro.
Come emerge in una delle sue ultime interviste, “Conversazione con Derno Ricci”, a cura di Stefano Curone, l’artista, come Penn, ricercava attraverso la posa qualcosa che unisse in un atto quasi mistico il fotografo e il soggetto della fotografia, esaltando l’enorme intimità che deve crearsi tra le persone ritratte e l’autore. Derno Ricci sosteneva che senza una complicità tra chi sta dietro la macchina fotografica e chi sta davanti, non si potesseraggiungere un prodotto artistico che contenesse sia la bellezza dell’immagine sia la sua spiritualità.
Molte delle opere esposte al Museo Marino Marini sono state realizzate con una tecnica che si avvale dell’utilizzo di lampade a luce continua e di una fotocamera Mamiya RB67, che consente, grazie al dorso girevole, di muovere l’atmosfera, e di ottenere quel genere di immagine.
Questa collezione mette in luce come il ritrattista toscano sia riuscito a fermare, in ogni occasione, l’aspetto più intimo e segreto delle persone ritratte, offrendoci la possibilità di osservare volti e scatti ancora molto attuali e moderni, ma nello stesso tempo frammenti meravigliosi dell’essenza più profonda di Derno, immutabile nel passare del tempo.
BIOGRAFIA
Derno Ricci nasce a Sansepolcro nel 1949.Per più di trent’anni ha vissuto a Firenze, base per i suoi frequenti viaggi e reportage in India, Congo, Mali, Afghanistan, Giappone e Stati Uniti. È attratto dal mondo in genere ma soprattutto dalle persone; per questo motivo il suo terreno preferito è il ritratto. Per due anni è inviato speciale per il mensile “Frigidaire”, per cui pubblica un’importante documentazione sui Pigmei Babinga della Lobaye. Collabora con riviste e case editrici con i suoi tanti reportage dal Mali all’India, dal Congo alla Siria, da Tokyo a New York.
È stato uno dei fondatori di “Westuff”. Fotografo ufficiale di Linea Verde (Rai 1) con Sandro Vannucci e GUSTIBUS (Rai 3). Per sei anni gira per un’Italia sconosciuta e fantastica. Pubblica un lavoro a quattro mani con Fosco Maraini. La sua vita professionale si ferma in Egitto, nella capitale Il Cairo, dove sceglie di trasferirsi. Lì Derno Ricci lavora a contatto con l’Istituto Italiano di Cultura ed anche con agenzie pubblicitarie e per il cinema, trascorrendo serenamente gli ultimi anni della sua breve vita.