Every Letter is a Love letter
EVERY LETTER IS A LOVE LETTER è una collettiva che riflette sul processo di svelamento della scrittura e dell’esperienza del fuori tema, di ciò che è rimasto ai margini delle narrative ufficiali, attraverso tre differenti pratiche artistiche declinate al femminile.
Comunicato stampa
EVERY LETTER IS A LOVE LETTER è una collettiva che riflette sul processo di svelamento della scrittura e dell’esperienza del fuori tema, di ciò che è rimasto ai margini delle narrative ufficiali, attraverso tre differenti pratiche artistiche declinate al femminile.
Anna Oberto (Ajaccio, Francia, 1934), Marcela Moraga (San Fernando, Cile, 1975) e Clarissa Falco (Genova, Italia, 1995) sono le artiste invitate per EVERY LETTER IS A LOVE LETTER, mostra transgenerazionale che si apre con il lavoro di una delle principali esponenti della scena verbo-visuale italiana: Anna Oberto che ha incentrato la sua ricerca artistica e letteraria sul linguaggio e sulla scrittura. Già nel Manifesto Femminista Anaculturale, redatto nel dicembre 1971, Anna Oberto si poneva la questione della scrittura femminile - non tanto quella letteraria o vissuta come privata ma quella del politico: “Liberiamo il linguaggio e libereremo la donna!” insieme alla possibilità di sperimentare una scrittura abitata dal «femminile».
“Se il linguaggio è un sostantivo di genere maschile, la scrittura è di genere femminile (forse non a caso i modelli di scrittura più amati e praticati dalle donne sono stati la lettera d’amore e il diario privato).”
“In principio fu la parola, «i poteri della parola» l’oralità come ritualità, la parola magica le streghe l’enigma la sfinge la parola poetica
... da questa perdita, quando la parola è diventata codice, si è verificata la discriminante: l’uomo ha assunto il ruolo di soggetto politico e la sua parola è diventata pubblica «la parola al potere»
la donna delegata a custode del privato (nella società patriarcale poi capitalistica) ha perduto «i poteri della parola»
[…] non a caso la scrittura più amata e praticata dalle donne è stata la lettera d’amore, il romanzo d’amore, il diario privato, gli scritti del cassetto, un lavoro d’amore appunto, anche nel senso di «gratuito»
Non si tratta solo di visual poetry, ma un atto di discorso che contesta la grammatica e l’alfabeto, il linguaggio si fa situato e interrompe il “monologo della cultura patriarcale”. Nelle sue tavole e collage la scrittura è rigorosamente a mano, calligrafica, usata per ridare corpo alla parola.
E su quel dare corpo alla parola si inserisce la pratica artistica di Clarissa Falco. La giovane artista presenta una produzione di lavori che si articola a partire dall’idea di corpo. Corpi come “macchine desideranti’, oltre la distinzione tra soggetto e oggetto, sono privati delle proprie sembianze per diventare ingranaggi o parti meccaniche.
Falco sceglie il corpo femminile che viene traslato in elementi industriali creando una nuova grammatica sull’idea di forza legata al desiderio e alla femminilità.
La stessa soggettività femminile che si ritrova nei tessuti andini proposti da Marcela Moraga, un mezzo importante per trasmettere e preservare i tratti essenziali della vita di una società. La tradizione della tessitura è, infatti, al centro di tutta la comunità andina. I tessuti sono la superficie su cui le donne trasferiscono i dati relativi alla loro economia locale, ad incidenti storici ed ai valori estetici. L'artista cilena interviene su diversi tessuti usando feltro e ricami per illustrare un’altra storia, quella sui processi di estrazione dei minerali nella catena montuosa andina, causa della contaminazione e della siccità delle acque e dei conseguenti problemi sociali ed economici che colpiscono gli indigeni andini. Per la prima volta, viene presentata la serie completa, arricchita di due nuovi lavori realizzati in Toscana.
[…] “fatto a mano” [...] è emblematico di un nuovo modo di proporre l’operare artistico come ricerca linguistica, avanzata collettiva e manifestazione di un contenuto ideologico, di come questo unicum può essere agito e circolato nella consapevolezza della funzione dell’artista, per la creazione di una nuova qualità del vivere sociale. [...]. Anna Oberto
Il titolo della mostra - EVERY LETTER IS A LOVE LETTER - è ripreso dal romanzo “I Love Dick” di Chris Kraus, pubblicato per la prima volta da Semiotext(e) nel 1997, in cui la protagonista, attraverso montagne di lettere indirizzate ad un uomo, dà voce ai suoi sentimenti e frustrazioni, con la complicità del marito Sylvère Lotringer. «Un nuovo tipo di forma letteraria», un genre-bending cui la stessa Kraus ha definito un nuovo genere femminista: «Fenomenologia della Ragazza Solitaria».