Attiviste e guerrigliere curde. A Milano, in Barona, i murales dedicati alle donne partigiane
Le donne rivoluzionarie sono protagoniste di un progetto di street art a Milano che celebra Angela Davis, Marielle Franco, Asia Ramazan Autar. E che sarà inaugurato il 15 dicembre
In piazzale Donne Partigiane a Milano il tempo ha consumato i muri ma non i ricordi. I nuovi murales del progetto Urban Art nel quartiere Barona arrivano a sostituire quelli ormai deteriorati dagli anni e si impegnano ancora a celebrare le donne della Resistenza: Angela Davis del movimento afroamericano statunitense, Marielle Franco, attivista brasiliana assassinata nel 2018 a soli 39 anni, Asia Ramazan Autar, guerrigliera curda diciannovenne uccisa nel conflitto in Rojava. La facciata principale ritrae loro, donne in lotta che in contesti sociali e momenti storici differenti non hanno mai smesso di dialogare con i princìpi delle resistenti del passato. Gina Galeotti è una di quelle, storica figura della partigianeria milanese uccisa dai soldati tedeschi insieme al figlio di otto mesi ancora in grembo, ritratta su un’altra facciata dallo street artist Frode. “Bella ciao” ad opera di ViperHize è il lettering che fa da base ai tre volti femminili, il segno di vittoria tra le mani della Davis trionfa nella parte più alta dei dieci metri dipinti. Sei anni fa il tributo degli street artist era stato per la donna che il 2 giugno del ’46, fotografata sulle pagine del Corriere della Sera, diventava il simbolo della nascita della Repubblica italiana. Oggi gli artisti urbani ampliano gli orizzonti della lotta ai diritti umani, realizzando un’opera di icone femminili contemporanee e internazionali.
I WRITERS
A realizzare i tre volti le writers Luna, Dada e Chiara Loca. “È stato importante per tre giovani donne come noi avere la possibilità di ritrarre modelli di grande forza e coraggio”, dice Chiara, ritrattista di Angela Davis. “È un’opera dal profondo valore storico e politico. Realizzarla in uno dei pochi spazi dedicato alle donne partigiane, o forse l’unico in Italia, assume un significato ancora più urgente. Anche l’ampiezza del murale a cui abbiamo lavorato contiene un richiamo preciso. Il mondo del graffitismo e della Street art è sempre stato piuttosto maschile. Questo non significa che anche le donne non possano affrontare muri molto grandi o salire sui ponteggi. Tristemente alcuni ancora lo pensano”. Coinvolti nel progetto, oltre agli artisti, anche il Municipio 6 insieme all’associazione Non una di Meno, Anpi Milano e Comunità Nuova/Barrio’s.
– Giada Giorgi
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