Cosa resterà di questi Anni Dieci? L’editoriale di Massimiliano Tonelli
Se i decenni precedenti a quello che sta per concludersi hanno una identità chiara nelle nostre menti, gli Anni Dieci di questo millennio risultano ancora nebulosi. E spingono a domandarsi quale segno abbiamo lasciato nelle arti e non solo.
Sarà che ormai ho scavallato i quaranta e mi sento nel mezzo del cammin di mia vita, ma mi capita di riflettere sul concetto di “decennio”. Una partizione facile del tempo, talvolta perfino semplice, semplificata, per certi versi banale o comunque direzionata verso una necessaria banalizzazione schematica. Gli Anni Trenta, gli Anni Quaranta, gli Anni Sessanta e gli Anni Ottanta. E così via.
Fino agli Anni Novanta – peraltro oggi particolarmente in auge – tutto piuttosto bene, in realtà. La cosa è filata liscia. Siamo riusciti, decade dopo decade, ad assegnare una forma a questi intervalli di tempo. A conferire un senso, delle parole chiave, dei tag preponderanti e, soprattutto, una identità. Certo, gli Anni Novanta hanno faticato, ma oggi, dopo un ventennio, la loro identità ci è chiara. Quella degli Anni Ottanta ci è chiarissima. Quella degli Anni Settanta e Sessanta ancora più chiara, per tacere della magia degli Anni Cinquanta. Gli Anni Quaranta sono stati caratterizzati dalla guerra, ma pensiamo alla schietta nitidezza delle immagini che ci vengono in testa quando affermiamo “Anni Trenta”. E se gli Anni Venti sono un pelo più vaghi, divisi come furono tra la debole Repubblica e l’avvento del Fascismo, quando parliamo di Anni Dieci e del decennio precedente i richiami sono limpidi: Belle Époque e dintorni, con sinapsi che si arrampicano su immagini provenienti dal mondo della moda, della grafica, del cinema, dell’industria, dell’architettura…
E gli Anni Dieci di questo secolo, invece? Cosa sono? E cosa è il decennio precedente (vogliamo chiamarli Anni Zero)? Cos’ha significato? Quale contributo ha dato? Cosa resterà di questi Anni Dieci? È forse il caso di chiedercelo perché è piuttosto evidente che abbiamo smarrito la capacità di traguardare lo scandire dei nostri anni. Ovvia l’obiezione: ci sono maniere più sofisticate per leggere la contemporaneità e definire gli intervalli, procedere per decenni è una semplificazione novecentesca, ormai superata. Vero in parte. Altrettanto vero, tuttavia, che le semplificazioni talvolta servono. Oltre che per capire cosa sono stati i decenni passati, per immaginarci e – perché no? – prevedere cosa saranno i prossimi. E attrezzarci, e farci trovar pronti, e munirci di strumenti.
Cosa sono stati gli Anni Dieci dell’arte? E del design? E dell’architettura? E del teatro? E del fumetto? E della musica? Come si sono mossi i linguaggi della creatività nella decade che finisce oggi? Ve lo chiediamo augurandovi proficui Anni Venti.
Ci vediamo nel prossimo decennio.
‒ Massimiliano Tonelli
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #52
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