Cinque predizioni di Nam June Paik in un video della Tate di Londra
L'artista coreano, protagonista di una vasta retrospettiva alla Tate Modern di Londra, è stato un pioniere dell'arte digitale. Usò il video, il computer, i satelliti e la robotica. E diverse volte fu in grado di anticipare il futuro. Ecco come
Fino al 9 febbraio 2020 alla Tate di Londra è allestita una grande mostra dedicata a Nam June Paik (1932 – 2006). L’artista coreano, universalmente considerato il padre della videoarte, ha in realtà sperimentato a 360 gradi con la tecnologia, utilizzando la telecamera e il monitor, ma anche le connessioni satellitari, i telefoni, i computer e la robotica.
In questo video, prodotto dal museo inglese in occasione della retrospettiva, si elencano cinque “predizioni” di Paik, un artista la cui immaginazione visionaria fu in grado di anticipare molte realtà del nostro tempo. Dalla nascita della rete Internet, da lui battezzata “electronic superhighway”, all’utilizzo diffuso del video come strumento creativo, fino alla nascita del sistema globale dei media, in grado di connettere il mondo intero tramite un flusso ininterrotto di trasmissioni, e all’invenzione dello smartphone. Ma nelle sue opere e nei suoi scritti non mancarono riferimenti ad altre tematiche contemporanee di rilievo, come ad esempio la crisi ecologica, alla quale Paik proponeva di reagire trovando un equilibrio tra sviluppo tecnologico e salvaguardia dell’ambiente.
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati