La storia dell’architettura secondo Luigi Prestinenza Puglisi
Nel ripercorrere la storia dell’architettura dal 1905 al 2008, il più recente libro di Prestinenza Puglisi adotta uno stile di scrittura agile e complessivamente accattivante, confermando il carattere divulgativo sostenuto dall’autore. Nello stesso tempo, alimenta alcune riflessioni. L’opinione di Alessandro Benetti.
Luigi Prestinenza Puglisi (Catania, 1956) aggiorna La storia dell’architettura 1905-2008, ormai disponibile online, e manda alle stampe il robusto tomo de La storia dell’architettura 1905-2018, pubblicato da Luca Sassella Editore nel giugno 2019. L’aggiunta di un’Appendice 2008-2018 separa le due edizioni, mentre le accomunano simili, cospicue ambizioni storiografiche. La quarta di copertina del volume recita, senza esitazioni, che il suo contenuto “sfata mitologie, preconcetti e luoghi comuni”. È noto come Prestinenza Puglisi sia decisamente insofferente alle scritture più condivise e alle gerarchie più radicate della storia dell’architettura. Proprio su Artribune, la sua rubrica Architetti d’Italia garantisce uno spazio di visibilità non scontato anche a molti progettisti, attivi dal Novecento a oggi, che sono stati relegati ai margini delle grandi ricostruzioni storiche, immeritatamente e forse dolosamente. Recentemente vi sono comparsi, tra gli altri, Walter Di Salvo. L’ostracizzato, Ugo e Amedeo Luccichenti. I rimossi, Venturino Ventura. Il dimenticato, e persino il vituperato Armando Brasini, che Prestinenza Puglisi colloca fra i “tromboni”, ma a cui riconosce di essere “il più intonato di tutti”.
PERSONAGGI, CORRENTI, FATTI
Scorrendo le cinque pagine dell’indice de La storia dell’architettura 1905-2018, chiunque abbia un minimo di familiarità con altre opere analoghe non incapperà necessariamente in presenze così sorprendenti. Spostando lo sguardo dall’Italia al mondo, e trasferendosi dall’agile piattaforma online al solido supporto cartaceo, la riscrittura storiografica di Prestinenza Puglisi non punta necessariamente alla scoperta di “inediti”. Piuttosto, sembra mirare a un’utile, generale riequilibrio dei pesi, un rimescolamento dei ruoli tra i presunti, glorificati maestri, i loro allievi solitamente sminuiti come pure appendici, e qualche eroe solitario.
Gli innumerevoli sotto capitoli di cui si compone l’opera (ben 188!) accennano ad altrettante linee storiografiche possibili, costruendo molto spesso legami trasversali non banali tra personaggi, correnti e avvenimenti. È così, ad esempio, che i Due poeti: Carlo Scarpa e Giovanni Michelucci, pur citati anche altrove, sono affiancati in un saggio dedicato, accomunati dall’atipicità dei rispettivi percorsi, a prescindere dalle differenze tra le rispettive poetiche.
UNA SCRITTURA AGILE
Al tempo stesso, la notevole parcellizzazione e l’ordinamento cronologico fitto e rigoroso del libro di Prestinenza Puglisi sembrano voler mettere sistematicamente in discussione il carattere monolitico di alcune genealogie, solitamente descritte nella loro continuità. Si pensi alla parabola della corrente High-Tech, frammentata in cinque diversi capitoli: in Prouvé: esercizi di High-Tech se ne costruisce una preistoria; centinaia di pagine più avanti, in Dagli Archigram all’High-Tech, se ne raccontano gli esiti più celebri degli Anni Settanta; Sviluppi dell’High-Tech allarga la trattazione alle ramificazioni e ai protagonisti del movimento negli Anni Ottanta; Eco-Tech e Renzo Piano: Soft-Tech rendono conto delle innumerevoli varianti e riletture del rapporto tra architettura e tecnologia sperimentate negli Anni Novanta.
L’opera di Prestinenza Puglisi possiede effettivamente il carattere “divulgativo” che le rivendica il suo autore, inteso nel senso più alto del termine. Senza eccessive semplificazioni o impoverimenti, la storia dell’architettura dal Novecento a oggi è qui raccontata con uno stile di scrittura agile e complessivamente accattivante, e sintetizzata in rapide “pillole” (i sotto capitoli) che si prestano anche a una lettura singola, rapida e auto-conclusa. È innegabile, però, che proprio la suddivisione estremamente serrata dei testi, e l’assenza di qualsiasi momento di sintesi (sia esso un’introduzione o una conclusione, un prologo o un epilogo, una prefazione o una postfazione) delega interamente al lettore il compito faticoso di costruirsi una visione d’insieme. Tra l’altro, stupisce come un’opera che sbandiera, senza mezzi termini, la propria originalità storiografica, non includa al suo interno nemmeno una breve auto-riflessione, che spieghi le ragioni di questa presa di posizione e la contestualizzi rispetto ad altre storie.
DOMANDE APERTE
Prestinenza Puglisi riserva un ringraziamento al suo editore che, compreso lo spirito del progetto, “ha accettato di metterlo in vendita a un prezzo che compensa appena le spese”, rendendolo facilmente accessibile soprattutto agli studenti. Anche chi scrive capisce gli intenti, certamente nobili, dell’autore, ma non può fare a meno di esprimere dei dubbi sulle qualità editoriali e materiali di questa pubblicazione low-cost. La storia dell’architettura 1905-2018 è un libro un po’ troppo ricco di refusi, che avrebbe meritato un editing più attento, anche per uniformare i nomi ondivaghi di alcuni progetti che ricorrono all’interno di capitoli diversi (per citarne uno, Richard Rogers è l’autore dei “Channel 4 Headquarters” a pagina 567, ma della “sede di Channel Four” a pagina 612).
Inoltre, La storia dell’architettura 1905-2018 è un libro “bruttino”. L’impaginato ha la mestizia di una dispensa universitaria, ma non il rigore del manuale, della guida che si propone di essere. Fa piacere, poi, trovare finalmente delle immagini di grandi dimensioni, al posto dei francobolli pressoché illeggibili che punteggiano tante altre storie; meno gratificante, però, è vedere tali immagini annegare e sbiadirsi in più occasioni nella carta porosa su cui sono stampate.
Il gioco vale la candela? La necessità di contenere il costo di vendita può giustificare qualche rinuncia in termini di qualità finale? Può un libro formalmente sciatto essere un supporto efficace per la divulgazione di una storia dell’architettura rigorosa, e per la formazione di architetti che lo siano altrettanto nella loro professione? Nella consapevolezza delle difficoltà logistiche ed economiche nelle quali uno storico è spesso costretto a svolgere il proprio lavoro, l’autore di questo articolo pone queste domande a se stesso, e a Luigi Prestinenza Puglisi.
‒ Alessandro Benetti
Luigi Prestinenza Puglisi ‒ La storia dell’architettura 1905-2018
Luca Sossella, Milano 2019
Pagg. 768, € 20
ISBN 9788897356974
www.lucasossellaeditore.com
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