Diritto di citazione. Louise Giovanelli a Roma
Frutta Gallery, Roma ‒ fino al 17 gennaio 2020. Cinque dipinti per la prima personale in Italia di Louise Giovanelli. Indagine breve sul voyeurismo presente e passato: dai motivi d’ispirazione alla scansione dei dettagli, l’operazione dell’osservare è vista come capacità di scelta e selezione. La distanza offre l’immagine di pattern grafici, la visione ravvicinata rivela i segni del pennello, in composizioni vivide giocate al limite tra rigorosa progettualità e azzardo inventivo.
Un fotogramma dal film Peeping Tom di Michael Powell, datato 1960, è il benvenuto alla mostra. Il protagonista uccide giovani donne usando la cinepresa per filmarne le espressioni morenti di terrore. “Capolavoro del cinema visionario” (Treccani dixit), esercizio di voyeurismo, esperimento macabro per dimostrare fino a che punto si è disposti a non distogliere lo sguardo. Il medium filmico, ricercato e modificato da Louise Giovanelli (Londra, 1993), si concretizza su tela in due versioni, ritratti identici in inquadratura straniante (sognante?) di una donna ora muta. Il labirinto di specchi aggiunge alla sua distorsione il contributo della pittura a olio, il filtro del colore ne suggerisce un’ulteriore versione da app social. Nelle opere restanti l’orizzonte cambia, si divide geometricamente in partiture dello spazio. L’impianto coloristico si sofferma su toni intensi e gravi liberando talvolta, come in Palisade (2019), potenti scariche elettriche di violenza cromatica. Il turbinio di toni e colori manifesta la passionalità, le tensioni sono disciplinate dalla composizione. Forzando il significato: guardare ma non toccare, relazione ulteriore sul voyeurismo.
‒ Raffaele Orlando
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