Un po’ residenza, un po’ factory, un po’ galleria. La romana Emmeotto lascia via Margutta e approda a Palazzo Taverna con nuove prospettive
Un nuovo ciclo progettuale “che mette in comunicazione differenti mondi dalla pittura, alla fotografia, alla musica, alla performance e all’artdesign, contribuendo alla riflessione sulle più interessanti tendenze dell’arte contemporanea”. Un nuovo modo di intendere lo spazio espositivo: in uno spazio espositivo nuovo. Già, perché alla base della sterzata “trasversalistica” della romana galleria Emmeotto, c’è l’approdo […]
Un nuovo ciclo progettuale “che mette in comunicazione differenti mondi dalla pittura, alla fotografia, alla musica, alla performance e all’artdesign, contribuendo alla riflessione sulle più interessanti tendenze dell’arte contemporanea”. Un nuovo modo di intendere lo spazio espositivo: in uno spazio espositivo nuovo. Già, perché alla base della sterzata “trasversalistica” della romana galleria Emmeotto, c’è l’approdo alla nuova sede, con lo spostamento da via Margutta alla prestigiosa location di Palazzo Taverna, sede – fra l’altro – degli Incontri Internazionali d’Arte e del Modigliani Institut.
Tre ampie sale espositive, con affaccio sul cortile interno e sulla fontana del ‘600, che ospiteranno mostre degli artisti rappresentati, ma non solo. Pensate come un living “si animeranno nel dialogo vivace fra artisti, critici e collezionisti, una fucina dinamica in cui il tempo si ferma per vivere il divenire della storia”. Un progetto trasversale in cui convivranno differenti linguaggi e modalità espressive, con spirito laboratoriale e iniziative sperimentali: facilitate dalla GuestArtist Room – che avrà funzione di studio e residenza per gli artisti ospiti – e dalla KitchenArt Room, che sarà invece uno spazio informale e conviviale. Inaugurazione fissata per il 23 maggio: intanto, Artribune vi anticipa qualche immagine dei nuovi spazi…
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