Piccole Donne di Greta Gerwing, eroine moderne e familiari
Il capolavoro di Louisa May Alcott rivive al cinema ancora una volta. Settimo adattamento per le quattro eroine di fine Ottocento che con la regia di Greta Gerwig diventano ancora più familiari. Nel cast anche Laura Dern e Meryl Streep
Le Piccole donne del nuovo Millennio sono quelle di Greta Gerwig, appena uscito in sala con Warner Bros Italia. Un film femminile ma non femminista, che riscopre il senso di sorellanza, di famiglia, ma anche i problemi dell’essere donna (problemi non solo di un tempo!), legati alla sfera matrimoniale e all’indipendenza economica. Greta Gerwig è una regista e attrice che negli ultimi anni ha ben lavorato e raccontato, talento immenso per alcuni e niente di speciale per altri. Di certo si tratta di una delle artiste più interessanti della sua generazione! Con questo film, con questo nuovo adattamento di Piccole donne sceglie di essere il più personale possibile, si lascia andare ai colori, agli abiti, al piacere della narrazione collettiva e corale, che unisce e diversifica. “Da ragazza volevo essere Jo, ora voglio essere Louisa May Alcott”, ammette Greta Gerwig e quando un regista dice di volere portare sul grande schermo il “romanzo della vita”, quello che ha segnato la sua infanzia, c’è sempre tanto timore nella resa finale. Ne abbiamo una dimostrazione con il recente Pinocchio di Matteo Garrone che, seppur abbia ottenuto uno strabiliante successo di spettatori in sala, ha letteralmente diviso pubblico e critica sul target di riferimento della sua opera. Non è questo per fortuna il caso di Greta Gerwig che coglie perfettamente il senso del romanzo della Alcott, lo restituisce in una forma matura e vivace, e trasmette senso di piacere e divertimento nel “mettere” su grande schermo una sua passione letteraria.
PICCOLE EROINE MODERNE
Greta Gerwig, già candidata agli Oscar per il film Lady Bird, firma il settimo adattamento cinematografico del libro di Louisa May Alcott, pubblicato in due volumi nel 1868 e 1869, che noi conosciamo rispettivamente come Piccole donne e Piccole donne crescono. Le quattro protagoniste del film della Gerwig sono Saoirse Ronan (già attrice principale di Lady Bird), che veste i panni della talentuosa e anticonformista Jo; Florence Pugh in quelli dell’inquieta e ambiziosa Amy; Emma Watson in quelli della mite e giudiziosa (anche troppo) Meg; ed Eliza Scanlen è invece la sensibile e fragile Beth. Accanto a queste fanciulle straordinariamente calate nei loro ruoli, c’è il ragazzo del momento, bello, bravo e sorprendente in ogni sua interpretazione: Timothée Chalamet, nei panni del principe azzurro (che tutte vorremmo!) Teodore Laurence. Piccole donne è comunque un film donna. Gli stessi personaggi maschili, tra cui anche un affascinante Louis Garrel nella veste del professor Friedrich Bhaer, presentano quel qualcosa di dolce, caloroso, familiare che in genere si addice a una donna. E le Piccole donne di Greta Gerwig altro non sono che eroine moderne, che senza poteri sovrannaturali riescono ad essere attuali e senza tempo, anche nel 2020. Alle piccole donne si uniscono anche le grandi donne: la capofamiglia Marmee interpretata da Laura Dern e la deliziosa e cinica zia March da Meryl Streep.
PICCOLE DONNE, INCOSAPEVOLMENTE DESTINATE AL SUCCESSO
Quando il romanzo Piccole Donne fu pubblicato fu un successo immediato. Thomas Niles, l’allora editore, aveva chiesto a Louisa May Alcott una storia per ragazze e la scrittrice era alquanto in difficoltà nel rispondere a questa richiesta, poiché le uniche ragazze che apprezzavano e conosceva erano le sue sorelle. Louisa May Alcott fino a quel momento aveva scritto racconti gotici o di avventura. Aveva scritto di storie vendibili facilmente in modo da sanare la fame della sua famiglia, sopperendo alle mancanze del padre che, filosofo e pedagogo trascendentalista, aveva grandi ideali ma scarso senso pratico. Quando Alcott decide di raccontare se stessa attraverso il personaggio di Jo e la sua vita con la madre e le sorelle, non era consapevole di ciò che stava realizzando, ovvero di qualcosa di unico e di straordinario, come solo verità, sincerità e realtà sanno essere. Forse nessuno immaginava che per generazioni e generazioni (e speriamo anche in futuro) la prima riga del romanzo Piccole donne sarebbe stata una delle citazioni più amate e ricordate della letteratura contemporanea: “Natale non sarà Natale senza regali, brontolò Jo distesa sul tappeto”.
TUTTE VOGLIONO ESSERE JO
Chiunque si sia imbattuto nella lettura di Piccole donne o in uno dei suoi adattamenti, così come avverrà con questo film, vorrebbe essere Jo March. Sì, proprio come ammesso dalla regista Greta Gerwig! Jo March è una vera eroina di metà ‘800, e di oggi. Un’adolescente e tomboy creata a immagine e somiglianza della sua scrittrice. “Non credo che mi sposerò mai. Sono felice così come sono, e amo così tanto la mia libertà per non avere alcuna fretta di rinunciarvi, per qualsiasi uomo mortale”. Jo March è uno di quei personaggi che rompe gli schemi. Una piccola ribelle gentile, piena di entusiasmo e fantasia che ha attraversato il tempo, più di un Millennio, e forse ha ispirato e aiutato il fiorire di altre eroine letterarie. Pensando a Jo March, e anche in parte alle sue sorelle, è impossibile non pensare a Lila e Lenù de L’Amica Geniale di Elena Ferrante, a Katnis Everdeen di The Hunger Games di Suzanne Collins o ancora Louisa Clark protagonista di Io prima di te di Jojo Moyes. E, cinematograficamente parlando, se ci fosse qualcosa di Jo March anche in Rey, la nuova guest star di Star Wars?
– Margherita Bordino
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