Le metafore universali di Maria Lai. In Sardegna
Stazione dell’arte, Ulassai – fino al 22 marzo 2020. La Stazione dell’arte di Ulassai conclude le celebrazioni per il centenario della nascita di Maria Lai e apre la nuova stagione espositiva con una mostra che esalta la sua capacità di interconnettere piccole e grandi realtà.
Il 2019 è stato un anno molto importante per la Fondazione Stazione dell’arte e per tutti gli estimatori dell’artista ogliastrina Maria Lai (Ulassai, 1919 – Cardedu, 2013). Le celebrazioni per il centenario della sua nascita hanno condotto la sua eredità oltre i confini della Sardegna, lungo un viaggio che ne ha fatto conoscere ulteriormente l’opera e che, nel suo percorso a ritroso verso il paese d’origine, ha dato vita a una sorta di parabola della stessa esistenza dell’artista.
La mostra Maria Lai. Lente sul mondo, inaugurata a dicembre, arriva infatti come tappa finale di un programma di eventi estesi ben oltre i confini regionali: dopo una prima mostra dedicata al tema della panificazione inaugurata ad aprile a Ulassai, l’artista è stata celebrata a giugno in due ulteriori mostre allestite in parallelo al MAXXI di Roma e alla Stazione dell’arte, a settembre con la performance e l’installazione Cuore Mio, realizzata nuovamente a Ulassai da Marcello Maloberti, e a Parigi, dove all’Istituto Italiano di Cultura è stata presentata al pubblico la prima monografica a lei dedicata in un contesto internazionale, Suivez le rythme.
Questo percorso si conclude nel paese natale dell’artista con un progetto espositivo che punta, non a caso, a celebrare il potere evocativo dell’arte di Maria Lai, capace di unire luoghi e persone attraverso l’uso di metafore universali.
LA MOSTRA SU MARIA LAI
Lente sul mondo, curata dal direttore della Stazione dell’arte, Davide Mariani, raccoglie più di venti opere appartenenti alla collezione permanente (alcune delle quali mai esposte al pubblico), accumunate dalla ricerca delle misteriose corrispondenze che legano il particolare all’universale. Il punto di partenza delle riflessioni sulla vita rintracciabili nella produzione di Lai è spesso la stessa Ulassai, un paese molto piccolo, “un microcosmo”, così come definito dal direttore, che però, in qualche modo, offre le giuste chiavi di lettura per comprendere la realtà nella sua interezza.
I tagli che nel collage La rupe ricordano le profonde spaccature tra le montagne di Ulassai, ad esempio, si affiancano alle incredibili cosmologie cucite rappresentate da opere come Lente sul mondo, da cui la mostra prende il nome, in una dimensione i cui confini spaziali e temporali vengono annullati. Perciò, attraverso il filtro dei simboli e delle immagini ricavate della sua terra, l’artista sviluppa una visione espansa, priva di gerarchie, in cui l’arte si fa veicolo di significati sempre più ampi.
Completano la mostra una serie di Natività, realizzate con i materiali più disparati, anch’esse dal forte valore simbolico, in quanto metafore esse stesse di misteri universali.
‒ Camilla Mattola
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