IL LUOGO
“Se Rotella ha vissuto in diverse città internazionali, come Parigi e New York, e ha viaggiato tantissimo, nello stesso tempo è rimasto sempre molto legato alla Calabria e a Catanzaro, sua città d’origine. Non a caso nel 2005, un anno prima della sua scomparsa, l’artista ha portato a termine e inaugurato la Casa della Memoria, situata nel centro storico di Catanzaro. Il luogo rivestiva per lui un valore altamente simbolico e affettivo in quanto si tratta della casa di famiglia dove era cresciuto e dove lavorava, come modista di cappellini, la mamma Teresa con cui Rotella ha avuto un legame profondo”. A parlare è Antonella Soldaini, direttore del Mimmo Rotella Institute e della Casa della Memoria Mimmo Rotella. “Su progetto di riadattamento dell’architetto Marcello Sestito, l’abitazione, che ora è diventata museo, è stata adibita da Rotella stesso in parte a luogo di raccolta di alcuni ricordi personali (come i cappellini della madre), di importanti documenti (è presente una biblioteca specializzata in cui sono raccolte testimonianze editoriali sull’attività dell’artista) e di seminali opere (è esposta una selezione di lavori realizzati con le tecniche tipiche di Rotella, che offrono una panoramica significativa sul suo percorso visivo e creativo) e in parte a spazio dove poter fare un’attività espositiva (a oggi molte sono state le mostre organizzate, tra cui una, nel 2018, dal titolo ‘Mimmo Rotella in città’, in occasione del centenario della nascita dell’artista). La Fondazione Mimmo Rotella e il Mimmo Rotella Institute, nel rispetto di quanto indicato dall’artista e nel solco della sua volontà, continuano quindi a organizzare eventi che vadano a intercettare gli interessi culturali di un pubblico che sia il più vasto possibile. Da quello rappresentato in primis dalla cittadinanza di Catanzaro, e in particolare dai ragazzi delle scuole, che possono avere nella Casa della Memoria un punto di riferimento importante, a quello più ampio che qui può venire a contatto in modo approfondito con il linguaggio di Rotella e più in generale con quello dell’arte contemporanea”.
L’ARTISTA
“Il paesaggio, ancor prima che influenzare il mio lavoro, abbia un ruolo fondamentale nel delineare l’identità delle persone. Se, nelle sue fasi iniziali, la mia ricerca, con il lavoro sull’Autostrada SA-RC, ha avuto a oggetto le conseguenze dell’opera dell’uomo sul territorio, in seguito, inquadrando questo rapporto in una prospettiva più ampia, ho in qualche modo ribaltato i termini della questione. Ho infatti realizzato che la precarietà, che io ossessivamente ricerco con il mio lavoro e perseguo nella mia vita, è in primo luogo elemento caratterizzante del paesaggio calabrese”. Per Armando Perna, artista fotografo, classe 1981, nato a Reggio Calabria, la precarietà ha origini storiche: “Si insinua nella vita delle comunità calabresi a partire dalla fine della civiltà magnogreca, con l’avvio della politica di sfruttamento intensivo del suolo avviata dall’Impero romano. Tale processo ha come conseguenza fondamentale l’arretramento dei traffici e degli insediamenti e la nascita di quella ‘civiltà dell’interno’ che condannerà la Calabria a un isolamento che si protrarrà fino alla fine del Settecento (quando inizia il percorso inverso, di discesa della popolazione verso la costa)”. La Calabria nel suo lavoro è protagonista del progetto in progress Nel presente infinito, presentato lo scorso anno a Camera ‒ Centro Italiano per la Fotografia di Torino, nell’ambito del progetto Futures, nella mostra a cura di Giangavino Pazzola, e poi a Roma da Leporello, in un appuntamento a cura di Emilia Giorgi.
IL MUSEO
Rimaniamo a Catanzaro, dove a farla da padrone c’è il Marca, Museo delle Arti e polo culturale in città. Nato nel marzo 2008, dispone di una collezione permanente che spazia dall’arte antica ai linguaggi contemporanei, con opere di Antonello de Saliba, Battistello Caracciolo, Alex Katz, Antoni Tàpies, che fu anche protagonista di una grande mostra a cura di Alberto Fiz, Enzo Cucchi e così via. Due note in particolare: il bar, China, è stato realizzato sempre nel 2008 da Flavio Favelli, mentre il bookshop è firmato da Alessandro Mendini. Fino al 31 gennaio, la mostra temporanea è dedicata a Pino Pingitore.
IL LUOGO
Il Parco Internazionale della Scultura di Catanzaro from Artribune Tv on Vimeo.
Annesso al Museo Marca c’è il Parco Internazionale della Scultura, protagonista dal 2005 del progetto Intersezioni, presso il Parco Archeologico di Scolacium, un’area verde di sessantatré ettari sulla costa jonica, a dieci chilometri da Catanzaro. In questo luogo magico, denso di storia e di natura, nel tempo sono state realizzate installazioni site specific di artisti contemporanei come Jan Fabre, Antony Gormley, Dennis Oppenheim, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto, Wim Delvoye. A tre anni dall’ultima acquisizione, nel 2019 la collezione si è arricchita di una nuova opera, firmata dal veneziano Gianfranco Meggiato: una scultura, alta quattro metri, che si intitola Il mio pensiero libero.
IL FESTIVAL
Bisogna aspettare fino a maggio, dal 6 al 10 per la precisione, per il Filadelfia Festival, che si svolge nell’omonimo comune in provincia di Vibo Valentia, una kermesse che è anche un premio dedicato alla giovane musica. All’11esima edizione, l’anno scorso, hanno partecipato 300 artisti provenienti da 29 Paesi.
MANGIARE & DORMIRE
Rimanendo a Catanzaro si mangia da Abbruzzino, con la cucina del talentuoso chef Luca, meno che trentenne, figlio d’arte, poco interessato a cavalcare l’idea di una cucina stereotipata del sud. Tra le sue invenzioni più famose, il dessert Pane, Olio e Zucchero. Si dorme invece al Grand Hotel Paradiso a Catanzaro Lido, tra le migliori strutture in città, in prossimità di un mare che è bello anche d’inverno.
‒ Santa Nastro
Articolo pubblicato su Grandi Mostre #19
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