Forzare la materia. Arcangelo Sassolino a Verona
Galleria dello Scudo, Verona – fino al 31 marzo 2020. Per arrivare alla verità della materia è necessario compiere una forzatura. La poetica di Arcangelo Sassolino affonda le radici in questo presupposto.
La personale dedicata ad Arcangelo Sassolino (Vicenza, 1967) è costituita da una quindicina di installazioni scultoree dove il materiale centrale è il vetro e dove tutti i lavori sono progettati per una tensione permanente. La sua fonte d’ispirazione è la fisica e per le sue opere si avvale di fenomeni naturali come la “l’attrito, la pressione, il calore e la velocità”, applicati ai materiali.
Il vuoto attorno è una specie di stella, costituita da lastre di vetro rotte tenute insieme da pinze meccaniche. Tutte le opere appaiono come forme scultoree immobili, ma rappresentano la conflittualità interna dei materiali, come se stessero per deflagrare in mille frammenti, ma invece resistono a fronte di un collasso finale. Un’opera come D.P.D.U.F.A. del 2019 “è una performance inorganica” che si dispiega davanti al visitatore. Una bottiglia di vetro, inserita in una teca d’acciaio, è collegata a una bombola di azoto. Il gas che arriva lentamente al suo interno fa aumentare la pressione facendo esplodere la bottiglia, al di fuori però di una previsione calcolatoria. La lastra di vetro di Incombente (2019) è sostenuta da una struttura d’acciaio e regge una grossa pietra. Il suo peso sforza il vetro curvandolo. Nei lavori di Arcangelo Sassolino la materia arriva al limite delle sue possibilità fisiche, ma trova una stabilità sempre precaria.
‒ Claudio Cucco
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