Pop d’autore al Museo d’Orsay. Live di Alessandro Mannarino durante il Carnevale di Parigi

È il primo italiano esibitosi in uno dei musei più spettacolari del mondo, durante la celebre rassegna dei Curieuses Nocturnes, quest’anno dedicato al Carnaval de Paris, uno dei più antichi d’Europa. Le immagini

La sua prima volta in Francia non poteva essere più bella di così. Il Musée D’Orsay nell’accogliere Alessandro Mannarino è stato tutto un Carnevale lo scorso 16 gennaio, con il pubblico in maschera e i costumi di scena dell’Opéra esposti in mezzo alla navata centrale. Dal tardo pomeriggio, erano già in tantissimi in fila per accedere allo spettacolo, gran parte italiani, ma anche francesi e stranieri: un preludio delle seimila persone che sarebbero arrivate in serata per assistere alla speciale performance, scelta come occasione per annunciare l’inizio del nuovo tour, previsto per il 9 ottobre all’Arena di Verona. Il pubblico ha ballato e cantato tutto il tempo a squarciagola le note dei suoi pezzi: L’impero, Apriti cielo, Tevere Grand Hotel, Animali, L’arca di Noé, Me so mbriacato.

MANNARINO AL MUSEO D’ORSAY

È stata una serata unica quella che ha visto protagonista il cantautore romano, il primo artista italiano ad essersi mai esibito durante la prestigiosa rassegna parigina Curieuses Nocturnes. “L’iniziativa è nata cinque anni fa con l’idea di proporre delle serate con feste a tema all’interno del museo, dedicate in particolare agli under 26. L’obiettivo è di dimostrare che il museo, la pittura e la scultura possono essere anche una festa”, ha spiegato Arthur Binois, responsabile della programmazione del pubblico giovane del museo. Un’iniziativa di grande successo a Parigi, considerata uno dei grandi avvenimenti in città e con cadenza quasi trimestrale. In merito alla tematica scelta, che richiama l’atmosfera del Carnevale, Binois ha replicato: “l’idea viene dall’esposizione ‘Degas à l’Opéra’, attualmente in corso al museo. L’artista aveva, infatti, origini italiane, napoletane. Inoltre, proprio all’epoca di Degas, durante tutto il XIX secolo, qui a Parigi si festeggiava il cosiddetto Carnevale di Parigi, la più grande festa di Francia. Quindi ci siamo detti che potevamo rendere omaggio a questo evento e allo stesso tempo celebrare le origini italiane di Degas”. E in merito alla partecipazione di Mannarino il responsabile della programmazione ha dichiarato: “avevamo voglia di invitare un cantante italiano e io ho subito trovato che la canzone di Mannarino, con le sue sonorità, ma anche per la sua sensibilità e la poesia dei suoi testi, poteva essere in linea con l’impegno degli artisti del XIX secolo esposti al museo”. Il cantautore è considerato in Francia come il perfetto rappresentante della “festa all’italiana”.

LA CARRIERA DI ALESSANDRO MANNARINO

Il musicista, che si è sempre distinto come artista indipendente, di strada ne ha fatta parecchia dai suoi esordi nel 2001. Dopo quattro album di successo (Bar della rabbia, 2009; Supersantos, 2011; Al monte, 2014; Apriti cielo, 2017), partecipazioni televisive, riconoscimenti e premi prestigiosi (l’ultimo è stato il Premio Gabriella Ferri nell’ottobre 2019), sembra quindi pronto per una platea internazionale. La serata al Museo D’Orsay, la sua prima volta in Francia, è stata un’occasione perfetta per far conoscere la sua musica oltre i confini italiani. La vocazione esterofila di Mannarino, ben presente nelle sonorità dei brani, era già stata concretamente anticipata dallo scorso tour Apriti Cielo, in cui il cantautore aveva invitato a esibirsi circa tredici musicisti con più di trenta strumenti provenienti dal mondo intero.Durante il concerto all’Orsay il cantante ha rotto il ghiaccio facendo una battuta in italiano: “siamo arrivati oggi e ci hanno detto dello sciopero a Parigi, ma venendo da Roma non ce ne siamo accorti”. Tra le risate degli italiani presenti, Mannarino ha concluso affermando di sentirsi solidale nei confronti dei cittadini francesi e delle loro rivendicazioni, ammirandone la determinazione e la fermezza.

MANNARINO E LA COLLEZIONE DEL MUSEO D’ORSAY

La performance ha avuto luogo su di un pontile sospeso sotto il famoso orologio del museo, che si è trasformato per l’occasione in un vero e proprio locale notturno con una scenografia di eccezione: alcune tra le più belle opere del XIX secolo. La sua musica è stata, infatti, la colonna sonora per una visita alle opere di Monet, Manet, Degas, Van Gogh e Cezanne, solo per citarne alcune. Un’atmosfera da sogno. Nella presentazione ufficiale del museo francese Mannarino è stato definito come: “uno dei più grandi cantanti della sua generazione. Voce inimitabile, musicista geniale ma anche poeta segreto”. Parole che sicuramente rafforzano l’idea che il cantante romano possa essere effettivamente l’erede contemporaneo dei più grandi cantautori italiani. Dopo questa serata di arte pura e tanto divertimento la sensazione è che il mondo lo stia aspettando.

-Arianna Piccolo

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Arianna Piccolo

Arianna Piccolo

Storico dell’arte e giornalista, vive tra Parigi, Napoli e Roma seguendo il ritmo dei vari impegni lavorativi e di studio. Dopo la laurea Magistrale in Storia dell’arte, intraprende il percorso giornalistico, attraverso TV, web e carta stampata, curando l’ufficio stampa…

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