Scrivere la protesta: quando la tipografia parte dai fatti
Abbiamo vissuto un anno di proteste, significative e doverose. Questioni emergenti e vecchi dibattiti non del tutto risolti. Abbiamo anche disegnato un anno di proteste. E nel disegnarle a volte è stato necessario guardare al passato.
La protesta non va solo pensata, va anche scritta. Il modo in cui le parole prendono forma deve trovare uniformità con l’ideologia che viene promossa. In assenza di aderenza fra contenuto e forma, tutto verrebbe a meno. E chi vuole scrivere un pensiero controcorrente è facile preda dei cacciatori di incoerenza. Scrivere la protesta è uno sforzo costante. Ambiente, politica, libertà individuale, femminismo. Non abbiamo ancora dato tutto, ma la direzione sembra essere quella giusta.
L’anno appena trascorso è stato visivamente prolifico e dovrebbe senz’altro esserci di ispirazione per i prossimi dodici mesi. Chi si occupa di comunicazione, nello specifico chi si muove nel mondo della progettazione tipografica, ha avuto molte occasioni per farsi vivo.
Il disegno delle lettere richiede grande rigore, si tratta di individuare un modulo e ripeterlo con coerenza su tutto l’alfabeto. Ma questo schema ha bisogno di libertà poetiche. Se il type design è una disciplina fortemente progettuale, ci sono casi in cui diventa più simile a un atto romantico. Si preferisce raccontare una storia, prima di trovare la perfezione delle forme. In questi casi l’ispirazione può arrivare osservando un gesto, lontano dai manuali.
DALLA PROTESTA AL FONT
Da quando i cancelli del Parlamento svedese sono stati animati con i cartelloni del Skolstrejk för klimatet (lo Sciopero scolastico per il clima), abbiamo imparato a conoscere Greta Thunberg. L’abbiamo vista rimanere adolescente mentre si trasformava in icona del cambiamento climatico. Dai suoi cartelloni di protesta è nato anche un font: il Greta Grotesk. Ispirandosi a quei tratti imperfetti e istintivi, il designer newyorkese Tal Shub ha digitalizzato ogni lettera, creando un intero set di caratteri. Un font che prima di tutto è a supporto di un messaggio, un tentativo di prolungare l’eco delle parole di Greta.
Il 2019 è stato un anno di nuove voci, ma anche di ricorrenze storiche. In onore del trentesimo anniversario della caduta del muro di Berlino, lo studio di comunicazione Heimat Berlin ha realizzato un carattere tipografico a partire dai graffiti di opposizione disegnati sul muro stesso. Un incredibile tuffo dentro infiniti archivi storici e fotografici. Quello spazio verticale divenne, seppur soltanto sul lato ovest, una tela per attivisti locali ma anche artisti internazionali.
Se oggi il muro potesse parlare, cosa direbbe? Questa la domanda che ha portato alla nascita di Voice of the Wall, un alfabeto organico, metafora visiva di coesistenza e diversità. Le lettere riportate alla luce possono essere usate, su una piattaforma online, per creare e condividere nuove dichiarazioni di libertà, e ricordarci gli effetti negativi di ogni barriera.
LA FEMINIST LIBRARY DI LONDRA
Un caso di approccio creativo fuori dagli schemi, impossibile da non citare, è quello che ha coinvolto la Feminist Library di Londra. Si tratta di un vasto archivio di letteratura femminista prodotta fra il 1960 e il 1990. La collezione è composta da più di cinquemila volumi e circa cinquecento poesie. Nata nel 1975, ha saputo creare una comunità viva e aperta a chiunque ne avesse bisogno. Durante l’anno appena trascorso, la libreria ha portato avanti una campagna di fundraising per rendere possibile il trasloco dell’intera collezione nella nuova sede e costruire un vero spazio di condivisione. A supporto della campagna è stato disegnato un carattere tipografico, un lavoro di squadra coordinato da Anna Lincoln, designer attiva a Londra. L’ispirazione proviene dallo studio dei manifesti di protesta dei movimenti femministi. Superfici dedicate a ospitare messaggi spontanei e nati in corso d’opera, che non potevano permettersi i tempi e i vezzi estetici della stampa tradizionale. Le parole erano composte da nastri in tessuto, piegati, tagliati, cuciti su un supporto.
Dall’osservazione di questo approccio è nato il carattere dedicato alla libreria, il FL_I Sans. Un design dal tono umile ma irriverente, facilmente riproducibile da chiunque anche manualmente, senza passare dagli strumenti digitali. Riproducibilità, in questo caso, significa possibilità di prendere parte al processo. Un impianto creativo autonomo e flessibile, libero dalle rigidità della progettazione, che sia capace di adattarsi alla futura comunicazione della fondazione. Impegnata ora con le operazioni di allestimento, la libreria riaprirà le porte questo febbraio.
Ogni protesta ha la sua superficie, i suoi strumenti del mestiere, ereditati dal contesto sociale nel quale mette radici. La protesta di Greta scritta a pennello, il muro di Berlino ricoperto da strati di vernice, gli slogan della lotta femminista nati da nastro e forbici. Una risposta visiva di assoluta coerenza, un’intuizione che precede il progetto. D’altro canto la protesta è prima di tutto una manifestazione d’identità. Va messa in atto, anche prima di essere discussa.
‒ Fabio Servolo
PER APPROFONDIRE
Voice of the wall – video del progetto
Font Feminist Library – pagina dell’autrice Anna Lincoln
Sito ufficiale Feminist Library
Portfolio di Anna Lincoln
Pagina Instagram Greta Grotesk
Pagina creatore Greta Grotesk font
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