Il museo nascosto. Il Castello di Copertino
È in Salento il Castello di Copertino, nuovo protagonista della rubrica dedicata ai musei nascosti. Sede di una preziosa collezione, il castello ha una storia tutta da scoprire.
Una premessa è d’obbligo: questo castello è uno degli spazi museali e monumentali pugliesi a cui guardare con più attenzione, perché intende caratterizzarsi per una progettualità legata all’arte contemporanea, con una programmazione espositiva, ma anche didattica, attraverso talk e workshop con artisti. È il Castello di Copertino, in Salento, che si colloca in un’area molto strategica, a venti minuti da Lecce e non lontano da Gallipoli e da altre mete dall’alto tasso turistico; fattore, quest’ultimo, di cui il Polo Museale di Puglia diretto da Maristella Margozzi dovrà tener conto nella sua gestione e promozione. A nostro parere, un aspetto sostanziale di questo luogo, oggi, a differenza di molti castelli pugliesi, è la sua ritrovata verginità espositiva, perciò è uno spazio tutto da costruire in termini di visione, identità e prospettiva.
LA COLLEZIONE
È la stessa Margozzi a suggerirlo: “Il Polo Museale della Puglia considera il Castello di Copertino tra i siti più interessanti e ricchi di potenzialità espositive, soprattutto nell’ottica di creare un luogo speciale per l’arte contemporanea e in particolare per la scultura, organizzando esposizioni temporanee e allo stesso tempo costruendo una collezione in progress. Sia per i linguaggi contemporanei che per la sua importanza storica, il castello può essere un punto di riferimento per l’intero territorio e punto di convergenza delle sue eccellenze culturali”.
Chi oggi visiterà il castello potrà immergersi in una preziosa collezione di icone e dipinti di età medievale e moderna, rintracciati dal Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri e oggi esposti al primo piano del maniero, ma sono soprattutto i sorprendenti spazi nel percorso di stratificazioni architettoniche che lo rendono tra i luoghi più attraenti per un contemporaneo “pellegrino di Puglia”.
LA STORIA
Fino al 1956 è appartenuto a una famiglia aristocratica, finché lo Stato non ha esercitato il diritto di prelazione acquistandolo e avviando, dagli Anni Settanta, interventi di restauro necessari alla tutela del bene. Terminato nel 1540 su commissione di Alfonso Castriota Granai, conte di Copertino, come si attesta da un’ampia iscrizione posta sul prospetto, il maniero è stato concepito dall’architetto Evangelista Menga. Gli studi rivelano però che il primo nucleo potrebbe riferirsi a una fortificazione dell’XI secolo, in epoca normanna. Fra le strutture inglobate nel XVI secolo, oltre alla torre angioina, si segnalano l’ingresso al castello medievale con il doppio portale durazzesco; la cappella della Maddalena, risalente alla metà del Quattrocento e un tempo arricchita da un notevole ciclo di affreschi, in gran parte perduti; la sala angioina al piano terra e, infine, numerosi ambienti ipogei adibiti a magazzini, cisterne e prigioni. Da non perdere, nel percorso di visita, la cappella cinquecentesca di San Marco, affrescata da Gianserio Strafella, uno dei più talentuosi artisti di età moderna in Terra d’Otranto.
Per il direttore, Pietro Copani, “questo luogo, dal momento della sua costruzione, è stato separato dal tessuto urbano, anzi progettato per difendersi anche dalla stessa città: uno degli obiettivi del prossimo futuro è costruire un nuovo rapporto con la cittadinanza, rendendo il castello parte essenziale della vita delle comunità limitrofe e non solo, naturalmente”.
‒ Lorenzo Madaro
Articolo pubblicato su Grandi Mostre #19
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