Sharon Ritossa – Foibe
In mostra l’articolata ricerca dell’artista sulle Foibe, vicenda a lungo dimenticata, spesso negata o ideologizzata, non sufficientemente capita e restituita a una corretta dimensione storica e culturale.
Comunicato stampa
Un evento pensato per le celebrazioni del 10 febbraio, “Giorno del Ricordo” dedicato alle vittime delle Foibe e al massacro che si consumò in due ondate storiche (autunno del 1943 e primavera del 1945) nelle ex Province italiane in terra jugoslava: territori storicamente contesi, etnicamente misti, teatri di violenze, negazioni identitarie, tensioni e processi di repressione.
Dopo aver partecipato, con un’esposizione di documenti antichi, al programma di eventi sulla Shoah e la cultura ebraica, in occasione del 25 gennaio, ‘Giorno della Memoria’, il Museo Salinas, diretto da Caterina Greco, continua questo viaggio tra gli anni feroci di metà secolo scorso: stavolta con un progetto espositivo di Sharon Ritossa, in una chiave tutta contemporanea. Le due mostre si connettono dunque nel segno della memoria e della custodia del sapere, contigue negli spazi oltre che negli spunti di partenza.
Tra le sale del primo piano trova posto (fino al 29.3.2020) - con un inedito allestimento studiato ad hoc e una nuova produzione video - l’articolata ricerca dell’artista sulle Foibe, vicenda a lungo dimenticata, spesso negata o ideologizzata, non sufficientemente capita e restituita a una corretta dimensione storica e culturale. Il numero delle vittime – diverse migliaia – è tutt’ora incerto e difficilmente calcolabile, tra dispersi, cadaveri senza nome, resti rinvenuti e corpi perduti nell’oblio della storia.
Triestina di origini istriane, classe 1987, laureata in Lettere e filosofia alla Sapienza di Roma, Sharon Ritossa si è specializzata poi in Fotografia all’Isia di Urbino con una tesi sull’esodo giuliano-dalmata, ricerca compiuta in collaborazione con l’Istituto regionale per la cultura istriano-fiumano-dalmata. Da qui nasce il ciclo “Foibe”, racchiuso nel 2016 in un prezioso libro d’artista prodotto durante una residenza da Fabrica, il centro di ricerca per la comunicazione di Benetton group. I testi sono scritti in più lingue, in riferimento alla natura multietnica di quei territori e dello stesso sterminio consumatosi contro le popolazioni: oltre che inglese, italiano, croato, sloveno, tedesco.
«Le foibe – spiega la curatrice della mostra Helga Marsala – nelle immagini di Ritossa non sono spunto di una contesa ideologica, né argomento di una narrazione retorica, facilmente emotiva, tra cronaca e romanzo. Si tratta piuttosto del gesto di una studiosa, condotto tra fotografia concettuale, ricerche d’archivio e riflessioni di natura estetica intorno allo sguardo, ai processi della visione, alla tensione tra visibile e invisibile, alla percezione del vuoto. Sempre indagando la natura del paesaggio e il ruolo del territorio nelle dinamiche socio-culturali».
Sharon Ritossa sceglie di affrontare il tema dal punto di vista del paesaggio e dell’esplorazione geologica, indagando – attraverso l’obiettivo fotografico e con l’ausilio di un drone, secondo varie angolazioni prospettiche – 18 delle 33 foibe oggi documentate. Un approccio in qualche modo freddo, rivolto alla natura dell’aspro territorio carsico, che fu testimone muto di una strategia dell’orrore messa in atto dal regime comunista nei confronti degli oppositori: moltissimi italiani, fascisti e anche antifascisti ostili a Tito, e poi croati, sloveni, tedeschi. Gettati, vivi o morti, nelle fosse scavate per millenni dai corsi d’acqua sotterranei.
La struttura del libro, concepito come una griglia di 18 pattern quadrati, corrispondenti al nucleo di foibe studiate, è il cuore dell’esposizione, spazializzato e proiettato nell’ambiente per mezzo di testi, elaborazioni grafiche, lightbox, stampe fotografiche o serigrafiche su diversi materiali, fino a un breve video ipnotico realizzato per l’occasione, nuovo tassello di un iter aperto e complesso.
L’inaugurazione della mostra si terrà lunedì 10 febbraio 2020 alle ore 17 preceduta da un talk dal titolo “Foibe, l’eccidio invisibile. Indagini tra paesaggio e potere”. Introduce Caterina Greco, direttrice del Museo archeologico Salinas; intervengono: Sergio Alessandro, dirigente generale del dipartimento dei Beni culturali, Helga Marsala, curatrice della mostra, Sharon Ritossa, artista e Ignazio Buttitta, docente universitario e antropologo.