Pleasure Garden
Un progetto a cura di Pierre André Podbielski che attraverso un lavoro di ricerca negli anni ‘70 a Parigi e maturato negli ultimi anni a Milano, intende proporre un nuovo approccio fotografico sullo sguardo fotografico sul nudo artistico.
Comunicato stampa
La galleria Podbielski Contemporary è lieta di presentare Pleasure Garden, un progetto a cura di Pierre André Podbielski che attraverso un lavoro di ricerca negli anni ‘70 a Parigi e maturato negli ultimi anni a Milano, intende proporre un nuovo approccio fotografico sullo sguardo fotografico sul nudo artistico.
Pleasure Garden è un Giardino del Piacere, un magico rifugio dove il seme dell'amore penetra nel terreno, tramutandosi in un fugace ed effimero amante. L’universo di immagini raccolto nella mostra diventa un luogo di seduzione e di percezione tattile, di storie sussurrate e al contempo nascoste.
Sin dagli anni ‘70, durante gli studi in Architettura presso l’École des Beaux Arts di Parigi, la frequentazione del nudo era una consuetudine formativa, coltivata attraverso la vista alle piccole mostre presso le gallerie del quartiere e alle grandi monografiche allestite al Museo d’Arte Moderna, oltre che alla consultazione delle riviste più innovative e alla moda dell’epoca, come Lui e Photo.
Il filo conduttore da cui trae spunto il progetto espositivo è la parola latina Voluptas: Divinità nata
dall’unione di Amore e Psiche, la cui storia è narrata nelle Metamorfosi di Apuleio, Voluttà indica
quel godimento dei sensi inestricabilmente congiunto alla soddisfazione dell’anima, una dolce
emozione del corpo che è al tempo stesso letizia spirituale.
Fin dal 1839, con l’avvento della fotografia, il nudo è diventato un soggetto imprescindibile: dalle collezioni di cartoline erotiche dell’800 utilizzate dai pittori nei loro studi preparatori, alla scoperta e divulgazione fotografica della psicoanalisi alla caduta dei tabù, il nudo ha ispirato alcuni tra i più grandi maestri dell’obiettivo. Nomi come Brassai, Erwin Blumenfeld, Bill Brandt, Lucien Clergue, Horst P. Horst, André Kertesz, Robert Mapplethorpe, Carlo Mollino, Nadar, Helmut Newton, Man Ray, Jean Louis Sieff, Edward Weston e, riscoperti soltanto di recente, i meravigliosi inediti di Saul Leiter, sono stati tutti miei compagni di viaggio e fonte d’ispirazione nel curare questa mostra.
Ad aprire il percorso sarà In Hoc Signo Vinces, un’immagine iconica di Erwin Blumenfeld, che assieme a Man Ray e André Kertesz, fu un grande protagonista nella ricerca dell’espressione formale del nudo.
Il percorso espositivo prosegue con tre importanti protagonisti della fotografia del 900: Rene Groebli (Zurigo, 1927), con gli scatti sensuali e al tempo stesso venati di malinconia che costituiscono la famosa serie Das Auge der Liebe (L’occhio dell’amore), un omaggio alla moglie ritratta durante il viaggio di nozze a Parigi nei primi anni ‘50.
Ferdiando Scianna (1943, Bagheria), celebre fotografo della Magnum, profondamente radicato alle atmosfere della sua terra siciliana. Ritrae per Dolce Gabbana la modella icona Marpessa, donna dalla carnagione scura, meticcia, quintessenza di una bellezza raffinata, sensuale ed atemporale.
Enzo Obiso (1954, Campobello di Mazara), fotografo di lunga esperienza che a partire dal 1993 con “Ritratti di beata bellezza” porta avanti la sua ricerca personale focalizzata sul nudo femminile.
Questi grandi maestri saranno affiancati da altri fotografi:
Giulia Agosti (Courtesy Galleria Heillandi, Lugano), Debora Barnaba, Philippe Blache, Erica
Campanella, Bruno Cattani, Margherita Chiarva (Courtesy Claudio Composti), Francesca Galliani
(Courtesy Vision Quest 4rosso, Genova), Renè Groebli, Michael von Graffenried (Courtesy gallery Esther Woerdehoff, Parigi), Gail Albert Halaban, Bo Ljugblom (Courtesy Galleria Studio la Città, Verona), Ohad Matalon, Enzo Obiso, Peter Puklus (Courtesy gallery Robert Morat, Berlino), Benyamin Reich, Ferdinando Scianna, Noga Shtainer, Lady Tarin, Andrea Vierucci (Courtesy Galleria Spazio Nuovo, Roma), Milena Villalon,