Premio Italia-Cina. Il racconto della vincitrice Violette Maillard
Parola a Violette Maillard, vincitrice della edizione 2019 del Premio Italia-Cina, con un’opera che unisce Oriente e Occidente nel segno dell’industria automobilistica e della tradizione cinese.
Cosa succede se due pescegatti elettrici si baciano? Che tipo di scintille scaturiscono dalla loro unione, dal loro toccarsi? Forse i temporali nascono da due pescegatti che si baciano nel profondo dei fiumi, forse ogni tipo di energia risale ai pesci, come i volatili, che erano probabilmente dinosauri, probabilmente prima pesci. E prima che li mangiassimo alla griglia, al curry o fritti.
Il progetto put a tiger in the sun two catfishes in the car mi ha portato a Pechino, ho vinto la prima edizione del Premio Italia-Cina. È un premio corposo, che comprende mostra e residenza, promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, l’Istituto Italiano di Cultura di Pechino, l’Istituto Garuzzo per le Arti Visive e il National Art Museum of China.
“Un antico simbolo cinese raffigura due pesci che si baciano, addirittura che si intersecano”, dice il direttore dell’IIC-Pechino Franco Amadei, durante il simposio organizzato a dicembre dal NAMOC sulla mia pratica artistica; l’unione dei pesci crea visivamente un volto nella sezione in cui si intersecano, e in quella sezione è possibile vedere due occhi e, si dice, il volto dello sciamano. Ho portato a termine la prima parte del progetto ispirato all’industria automobilistica cinese e alla Siluro Ricotti di Alfa Romeo, e cercandone il logo, il segno, l’identità, ho trovato il mago, lo sciamano, la forma spirituale e materica del viaggio: il bacio dei due pescegatti va oltre il cambiamento climatico, le energie rinnovabili, l’industria automobilistica, la censura, i virus, la dittatura, l’arte e la guerra. I pescegatti sono per sempre.
ETERNITÀ E VIAGGI
La Cina mi ha fatto scoprire una concezione di eternità. Di apertura mentale rispetto alle cose che cambiano in continuazione, all’istantaneità del 5G, all’uso di una tecnologia futuristica e velocissima. È il luogo più popoloso al mondo, una città, un mondo dell’arte verso cui tutto l’occidente si sta muovendo, una cultura densissima a cui io non appartengo, vengo da un altro mondo. Un mondo in cui si mettono le tigri nei motori per andare più forte, più veloce, essere più performanti, più belli, primeggiare, chiudere i confini e trionfare sugli altri.
Il progetto che mi ha portato a Pechino consiste nella realizzazione di un’Alfa “made in China”, una scultura in forma di auto elettrica che prevede il mio ritorno via terra, via scultura, seguendo il percorso Pechino-Milano. Ho sperimentato con l’energia elettrica e solare, ho preparato gli schizzi e le linee guida per la realizzazione della scultura/prototipo e li ho mostrati al National Art Museum of China in una mostra personale.
Ogni parola detta da un cinese all’altro ha tantissimi significati, fonetici, visivi, di senso e di interpretazione. In questa miriade di significati, c’è una macchina da realizzare, un viaggio da fare e la Cina mi ha aperto la strada. Io, personalmente, non vedo l’ora di tornarci.
‒ Violette Maillard
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