Biblioteca di Mario Lattes
Illustrazioni per l’antologia scolastica.
Comunicato stampa
Disegnatore, acquerellista e incisore, Mario Lattes (1923-2001) ha realizzato illustrazioni per numerosi testi letterari. Il suo lavoro più impegnativo, e nel suo insieme più originale, è l’ampio numero di immagini con cui ha illustrato i tre volumi della Biblioteca, un’antologia di testi letterari e narrativi per le scuole secondarie di primo grado pubblicata dalla sua casa editrice nel 1992, a fronte di un lavoro di preparazione iniziato nel 1989, e ripubblicata con integrazioni e aggiornamenti nel 1998 e in uso fino 2010.
Per mettere a fuoco l’importanza e la grande qualità di uno specifico aspetto della produzione artistica di Mario Lattes e sottolineare i profondi legami che esistono fra l’anima letteraria e quella pittorica della sua ricerca creativa, la Fondazione Bottari Lattes, in collaborazione con Lattes & C. Editori. organizza la mostra “Biblioteca” di Mario Lattes. Illustrazioni per l’antologia scolastica, a cura di Francesco Poli, al Polo del ‘900 di Torino (Palazzo San Daniele, Via del Carmine 14).
L’esposizione inaugura venerdì 14 febbraio e sarà visitabile fino a domenica 8 marzo, a ingresso gratuito. Orario: lunedì-domenica, ore 10-19.30.
Le scuole potranno effettuare visite guidate gratuite, su prenotazione ([email protected]), nei giorni di martedì 18, giovedì 20 e martedì 25 febbraio, martedì 3 e giovedì 5 marzo, dalle ore 10 alle ore 13.
Da Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll all’Infinito di Giacomo Leopardi; da Le avventure di Tom Sawyer di Mark Twain e Rosso Malpelo di Giovanni Verga fino Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust, passando per Le smanie della villeggiatura di Carlo Goldoni e i libri di Primo Levi. Sono numerosi gli argomenti e i testi dei grandi autori classici italiani e internazionali a cui Lattes ha impresso una forte e originale anima visiva.
Per i tre volumi di Biblioteca, scritti da Rossana Bissaca e Maria Paolella, Lattes ha lavorato diversi anni, producendo oltre cinquecento disegni, acquerelli e tecniche miste su tutti gli argomenti del programma scolastico, dalla poesia all’epica, dalla fiaba ai romanzi, attingendo alla sua profonda cultura letteraria e iconografica e mettendo in gioco gran parte dei temi e soggetti del suo immaginario, che attraversano la sua ricerca pittorica. Lattes ha elaborato e realizzato le illustrazioni con la massima libertà, guidato da un rapporto allo stesso tempo rigoroso e fantasioso fra immagini e testi e una costante attenzione alla funzione didattica dei volumi.
Le opere esposte – un centinaio di illustrazioni, cinque dipinti e diversi taccuini di appunti – sono frutto di un’ampia selezione fra le tavole originali conservate presso la Lattes & C. Editori e la collezione pittorica e incisoria della Fondazione Bottari Lattes.
«La mostra – spiega il curatore Francesco Poli – si sviluppa attraverso una serie di sezioni legate alle tematiche che caratterizzano le varie parti dei volumi. Per ciascuna di esse sono esposti gruppi di immagini originali, in stretta connessione con le specifiche pagine dei volumi, messi in relazione ad altri disegni su taccuini, incisioni o dipinti di Mario Lattes che si collegano agli stessi soggetti e tecniche pittoriche.»
Mario Lattes ha sempre amato appuntarsi visivamente le immagini che le sue letture gli sollecitavano. La sua passione per le illustrazioni tratte da storie e racconti ha avuto una naturale evoluzione nei disegni realizzati per l’antologia Biblioteca. Nel 1992 così racconta il suo processo di creazione di immagini, tra entusiasmi e difficoltà. «Su un album da disegno, su fogli foglietti cartoncini grossi così, sono venuto segnandomi le immagini suscitate dalle letture. Fiabe, racconti, pagine di romanzo, poesie. Per dare una versione figurata al testo scritto, o almeno evocarlo. Alcuni, L’infinito di Leopardi sopra tutti, con il sentimento di arrogarmi un’impresa sfrontata, da non aver quasi coraggio, poi, di metterci sotto il titolo di quei quindici versi. Versi non altrimenti esprimibili se non – forse – da un certo guardare di animali che, muti, sembrano dir di sapere una verità cui noi non giungiamo ma possiamo soltanto, negli occhi loro, dubitare che qualcuno, in silenzio, la conosca.»
E ricorda idee e pensieri che lo accompagnavano quando si dedicava alla lettura delle fiabe. «Di animali sono popolate favole e fiabe: metafore di vizi, virtù e terrori della vita. Quasi mai sappiamo come sono davvero fatte le bestie: le zampe della rana, il muso del tapiro, il profilo della scimmia. Ricorrevo allora a testi che lo spiegano e lo illustrano, e le mie letture si moltiplicavano. Leggevo anche fiabe di animali mostruosi, che nessun manuale racconta, e allora mi ingegnavo di formarli io, cominciando da un corpo di leone o di cinghiale, cui aggiungevo spini ed aculei, radendo criniere, ingrandendo occhi, prendendo zampe e code da animali diversi: con risultati subito inattendibili ma poi sempre più “veri” della verità cioè dell’irreale quando attinge alla palude notturna degli incubi, alle forme inorridite di una vita resa troppo lunga dalle percosse ricevute: dove l’urlo della vittima assume il volto del persecutore. »
L’esposizione è accompagnata da un catalogo che documenta tutte le opere, con saggi critici del curatore e di altri specialisti, tra cui le autrici dell’antologia Rosanna Bissaca e Maria Paolella.