Nuotando nell’aria. Il libro di Cristiano Godano, voce dei Marlene Kuntz

Il secondo libro di Cristiano Godano, anima di uno dei gruppi più importanti della musica rock italiana, ha inaugurato il format “Cluster Unplugged” a Roma, dedicato al connubio tra musica e letteratura. Lo abbiamo incontrato.

Cristiano Godano frontman dei Marlene Kuntz, ha scritto il suo secondo libro, Nuotando nell’aria, edito da La nave di Teseo. Lo abbiamo incontrato per parlarne al Contemporary Cluster, lo spazio culturalmente ibrido che Artribune ha giudicato come il più interessante a Roma nell’anno passato. Uno spazio vocato alla reinvenzione, come in questo caso: Godano inaugura Cluster Unplugged, il format nel quale i musicisti coinvolti, oltre a suonare, fanno dei reading legati alle loro ispirazioni o lavori letterari. Parliamo del suo libro su uno dei divani di design storico dell’ultimo piano del Cluster, facendo fatica a spostarci dal musicista allo scrittore e viceversa: è difficile intervistare un artista eclettico, sembra sempre di sbagliare angolazione, quindi partiamo da un fatto.
Nuotando nell’aria è un bel libro da leggere, dove ogni capitolo è il racconto di un album, e ogni paragrafo quello di una canzone: Catartica, Il Vile, Ho ucciso Paranoia e i titoli di tutte le canzoni che diventano quelli delle storie narrate. È un libro strano, intrigante, simile a un diario, generato dall’esigenza di dire che spinge la scrittura, poeticamente romantico perché ci porta dove lui è stato, soprattutto è una trasformazione inversa: una traduzione letteraria della precedente dimensione musicale. Se fosse consentito dalla critica, andrebbe inserito nella categoria dei libri d’artista, con le immagini degli appunti dei testi, lettere, documenti; non è semplicemente il racconto di come sono andate le cose. Si basa sul ripetersi di alcune dinamiche, sulla reiterazione, storia dopo storia, canzone dopo canzone, di cosa ha generato quel testo e quella musica, tanto da ricordare Double Game di Sophie Calle, dove la scrittura si cancella annullando il ricordo del dolore, alternandosi a immagini-documento.
Le sue immagini non sono molte ma necessarie, sono i testi delle canzoni scritte a mano su fogli come quello a quadretti della Cassa di Risparmio di Saluzzo, o il lungo elenco di prove di titoli per Ho ucciso Paranoia. Aiutano a costruire la trama di una storia che evoca visioni, odori delle persone, cascine della campagna emiliana che sembrano periferie di Detroit, dove la musica nasce da una seria e combattiva cultura operaia abituata al sacrificio del fare. Lo dice lui stesso ‒ “Le costrizioni mi aiutano a fare” ‒, con la consapevolezza di dover lottare sempre, soprattutto ora, con un mondo che si nutre di bruttezza e volgarità.

Cristiano Godano

Cristiano Godano

DA KEN LOACH ALLE GIOVANI GENERAZIONI

Ci parla di come lo abbia colpito l’ultimo film di Ken Loach e di quanto sia “fallita” una seria pratica artistica che ora lascia briciole davanti al mainstream: sembra una constatazione politica inevitabile per chi non ha mai ceduto alla volgarità artistica o commerciale. Ha tutto il fascino dell’onestà e dell’incorruttibilità, la bellezza dell’uomo senza tempo e senza paure che mette soggezione a chi scende a compromessi, sembra un mistico o un cavaliere solitario. Ha uno stile e una eleganza che confermano la sua “distanza” da canoni estetici banali.
Inevitabile chiedergli una opinione sui cantanti contemporanei, ma la sua visione non è severa, anzi, capisce la strategia del travestitismo così come ha fiducia nei giovanissimi, dai vent’anni in giù. Apprezza la scuola musicale romana e le sue riserve sono sul sistema, sul potere portato dai social e da una comunicazione aggressiva e prepotente quanto un controllo di regime. Ha un rapporto continuo con le nuove generazioni perché insegna alla Università Cattolica di Milano: un altro segnale della volontà di stabilire contatti con il presente, di elaborare ogni metodo espressivo per diffondere un messaggio. Lo studio e la conoscenza sono parte della sua “serietà” da alcuni confusa come snobismo, come ostentazione di intellettualismo. Nel libro emergono molti riferimenti che mostrano l’autenticità del suo attaccamento alla poesia, così come alla narrazione, fino alla cultura scientifica. Nozioni indispensabili che lui rielabora in un suo linguaggio, nel racconto come nella canzone.
Nuotando nell’aria è anche un pezzo di storia dal 1989 in poi, di una Italia artistica che nasce intorno alla fabbrica con una voglia di evadere che la porta a scenari, veri o immaginati, stranieri. Uno spaccato artistico di cultura e politica che sa raccontare, anche con ironia, personaggi come Federica di Trasudamerica, ex-contestatrice e hippie che ora lavora nell’amministrazione di una azienda tessile, o Giulio, uno dei suoi amanti… Tre album, trentacinque canzoni e tante belle storie.

Clara Tosi Pamphili

Cristiano Godano – Nuotando nell’aria
La nave di Teseo, Milano 2019
Pagg. 350, € 18
ISBN 8893950332
www.lanavediteseo.eu

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Clara Tosi Pamphili

Clara Tosi Pamphili

Clara Tosi Pamphili si laurea in Architettura a Roma nel 1987 con Giorgio Muratore con una tesi in Storia delle Arti Industriali. Storica della moda e del costume, ha curato mostre italiane e internazionali, cataloghi e pubblicazioni. Ideatrice e curatrice…

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