Vittorio Sgarbi non crede al Coronavirus e lo dice in un video pubblicato su Facebook
Il noto critico d’arte pubblica su Facebook un video in cui dice la sua sul Coronavirus. Secondo Sgarbi, si tratterrebbe di un falso allarme, e che “non c’è nessun pericolo”. A nostro modesto parere chi minimizza la portata di un’epidemia che sta mettendo in ginocchio il mondo (non l’Italia) dovrebbe essere messo nelle condizioni di non nuocere. Nulla contro Sgarbi personalmente, ma questa dovrebbe essere una legge
“Io sono al centro di una tempesta televisiva, che ho denunciato e denuncio, con me anche l’Onorevole Bertinotti, già Presidente della Camera, ha riconosciuto la stessa condizione, che vuole a tutti i costi convincere gli italiani che c’è una tragedia in atto. E che, sulla base di un unico dato vero, che è il numero limitato dei posti negli ospedali per la terapia intensiva, il che vuol dire che se qualcuno ha un malessere può essere curato però in ospedale forse non trova il letto. Tolto questo, su cui si può riflettere e valutare come potenziare la capacità di accoglienza, io non riesco a capire come si vogliano convincere gli italiani che esiste un pericolo che non c’è!”. Così si pronuncia Vittorio Sgarbi, noto critico d’arte e presidente del MART di Trento e Rovereto, a proposito di un’emergenza che in realtà – secondo lui – non esiste. Secondo lui non si spiegherebbero le misure “restrittive” imposte dal governo con il DPCM varato l’8 marzo 2020, nonché le campagne di comunicazione per spiegare e divulgare agli italiani (e soprattutto ai ragazzi) le buone pratiche da dover attuare per limitare il numero dei contagi (valore che aumenta notevolmente di giorno in giorno). Ma, per il vecchio Sgarbone, è tutta una grande montatura perché, in definitiva, “non è capitato nulla, è tutta la vita che d’inverno prendiamo raffreddori e influenza, è tutta la vita che le persone si ammalano (…)”.
https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/videos/832363500607038/
UNA COMUNICAZIONE SBAGLIATA
Se è vero che dagli errori si traggono insegnamenti, come ad esempio la fuga della bozza del decreto che ha creato scompiglio portando ad un esodo di persone verso il centro e sud Italia mettendo a repentaglio l’intero Paese, questo non è stato capito dallo storico dell’arte. Incitare i cittadini – attualmente in confusione e guidati dal panico – ad andare contro le rigide restrizioni date dalle istituzioni, dicendo di uscire di casa e a vivere una vita normale non è consigliato in uno stato di emergenza sanitaria che sta investendo il nostro Paese e il mondo intero. Anzi, è proprio apologia di reato. “Ora, io spero che mi ascoltiate. Tutti voi sapete che, anche quelli che stanno a Codogno, non c’è nessun pericolo, di nessun tipo che debba cambiare la nostra vita, di nessun tipo, e che andando in giro non ti capita un cazzo! Eppure, tu senti la televisione, e l’emergenza, e bisogna attrezzarsi, sentiamo cosa dice il dottor Pergliasco, ma chi cazzo è Pergliasco? Ma chi cazzo è Burioni? Che cazzo hanno fatto della loro vita? Il virologo, ma che virus hanno scoperto?”. Un virus, il Covid-19, che “attende solo un po’ di caldo per morire. Eh sì, perché è talmente potente che a 26 gradi muore. Ti bevi un thè caldo ed è già morto”, strano perché a detta dell’OMS non ci sono dati validi per poter pensare che il virus possa essere annientato se a contatto con alte temperature. Ma Sgarbi, si sa, la sa molto più lunga dell’Organizzazione Mondiale della Sanità…
SGARBI NON RISPARMIA NESSUNO, NEMMENO MATTARELLA
“Il Presidente della Repubblica è intervenuto rassicurando ‘preoccupatevi ma non preoccupatevi’, ha detto proprio così. Con un discorso assolutamente saggio ‘perché è bene essere allarmati ma è bene anche non preoccuparsi’ e che cazzo vuol dire? Mattarella è una brava persona ma ha detto un’altra cosa senza senso. Poi ascolti tutti i conduttori di vari programmi televisivi e sentiamo il virologo, il medico, ma che dobbiamo sentire? Ma chi di voi sta male veramente?”. Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica, il 5 marzo 2020 ha parlato all’Italia con parole calme ma decise affinché si potesse far fronte all’emergenza con lucidità e con fiducia nel Governo che si è ritrovato – per primo in Europa – ad affrontare un grave problema e con una comunicazione sbagliata che ha generato allarmismi da una parte e menefreghismo dall’altra. Un problema che tocca tutti i campi su cui si basa uno Stato: economico, culturale, turistico, e sociale. Il DPCM varato l’8 marzo 2020 è chiaro sulle sanzioni per chi trasgredisce ai dettami imposti. Speriamo che tale messaggio venga ascoltato e che vengano presi provvedimenti seri. Dimentichiamo spesso che la comunicazione è estremamente importante e va fatta con criterio – soprattutto per chi vanta una considerevole popolarità -, questo non è né il momento né il linguaggio adatto per esprimersi su un argomento tanto delicato. E quando le fandonie vengono raccontante da un esponente del mondo della cultura tutto questo è ancora più grave: non dategli retta e continuate a seguire le restrizioni con scrupolo per le prossime settimane e fino a che non ci verrà detto che l’emergenza sarà finita.
– Valentina Muzi
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