Le grandi mostre attese in Italia e nel mondo che saranno cancellate a causa del coronavirus
L’emergenza sanitaria che sta attraversando il globo è ormai stata dichiarata ufficialmente una pandemia. Con una pesante ricaduta sul sistema artistico mondiale, che ora vede grandi e bellissime mostre – in alcuni casi frutto di anni di preparazione – chiudere necessariamente fino a data da destinarsi.
È la lista che non avremmo mai voluto scrivere. Fin dall’inizio del 2020, infatti, ci eravamo adoperati per riportare l’elenco delle mostre che avrebbero aperto nel corso dell’anno, a Milano come in Italia (anche di design). Prefigurandoci un 2020 intenso, tra le fiere e gli appuntamenti ricorrenti che rendono movimentata, come di consueto, l’agenda artistica di tutto il mondo. Ma purtroppo la pandemia scoppiata nella stagione primaverile di quest’anno ha fatto sì che quasi nulla stia andando come previsto. Vediamo allora tutte le mostre che non potranno aprire a causa di questa anomala situazione, auspicandoci che possano avere, prima o poi, una finestra temporale anche più breve per recuperare.
-Giulia Ronchi
SFIDA AL BAROCCO ALLA REGGIA DI VENARIA
La Reggia di Venaria comunica che “in conseguenza delle disposizioni governative sulle chiusure dei musei, la data di apertura della mostra Sfida al Barocco. Roma Torino Parigi 1680–1750 mostra al pubblico è rimandata ed è in fase di definizione”. Dipinti, disegni, sculture e pezzi di arredamento avrebbero dovuto ripercorrere una retrospettiva completa e ambiziosa del periodo barocco con una ricerca focalizzata tra Roma e Parigi, allestita nei grandiosi spazi della Citroniera Juvarriana della Reggia di Venaria, complesso monumentale barocco alle porte di Torino proclamato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Attesi oltre 200 capolavori provenienti dai più prestigiosi musei e collezioni di tutto il mondo: Accademia Nazionale di San Luca di Roma, Gallerie Nazionali di Arte Antica – Palazzo Barberini e Galleria Corsini di Roma, i Musei Reali di Torino, il Louvre e il Musée des Arts Décoratifs di Parigi, per citarne alcuni. Il primo giorno di apertura era fissato per il 13 marzo 2020, un piano totalmente da rivedere.
LE MOSTRE DI PALAZZO GRASSI A VENEZIA
Palazzo Grassi – Punta della Dogana puntava tutto sul 22 marzo per aprire un trio di mostre di grande rilevanza. A partire da Le Grand Jeu, un progetto originale pensato attorno alla figura di Henri Cariter-Bresson: cinque curatori d’eccezione – la fotografa Annie Leibovitz, il regista Wim Wenders, lo scrittore Javier Cercas, la conservatrice e direttrice del dipartimento di Stampe e Fotografia della Bibliothèque nationale de France Sylvie Aubenas, il collezionista François Pinault – sono stati invitati a dare la propria interpretazione del fotografo francese attingendo dalla Master Collection originale e scegliendo circa 50 opere a testa secondo un percorso ragionato. Le altre due mostre erano dedicate a Youssef Nabil, che con Once Upon a Dream avrebbe raccontato di un Egitto leggendario, diviso tra simbolismo e astrazione; e alla Pinault Collection, che in Untitled 2020 avrebbe mostrato una collezione delle opere di oltre 60 artisti selezionate dall’artista Thomas Houseago assieme a Muna El Fituri e Caroline Bourgeois allestita nella sala Cubo di Tadao Ando a Punta della Dogana. Tuttavia, c’è ancora speranza per queste esposizioni: pensate per coprire tutto il 2020, il loro termine è fissato tra dicembre 2020 e gennaio 2021.
https://www.palazzograssi.it/it/
MARGARET BOURKE-WHITE A MILANO
A rischio anche la retrospettiva su Margaret Bourke-White, prevista a Palazzo Reale di Milano dal 18 marzo al 28 giugno 2020. Una mostra pronta a raccogliere, in una selezione del tutto inedita, le più affascinanti immagini realizzate da una delle figure più rappresentative ed emblematiche del fotogiornalismo nel corso della sua lunga carriera. Un racconto della sua vicenda professionale e umana affiancata a una serie di documenti e immagini personali, video e testi autobiografici, per restituire una narrazione esaustiva su un’importante fotografa e della sua vita controcorrente. La mostra era pensata attraverso un corpus di oltre 100 immagini provenienti dall’archivio Life di New York, divise in 10 gruppi tematici. L’esposizione sarebbe rientrata, inoltre, ne I talenti delle donne, il palinsesto promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano dedicato all’universo delle donne, pensato per durare lungo tutta la stagione espositiva del 2020.
https://www.palazzorealemilano.it/
LE MOSTRE AL MUDEC DI MILANO
Il Mudec di Milano aveva nella programmazione di marzo 2020 una doppietta di mostre che avrebbero sicuramente interessato un ampio bacino di pubblico. La prima, Robot (dal 4 marzo al 26 luglio 2020), si trattava di una panoramica completa della storia di robot e androidi che valicava l’era della tecnologia moderna: i primi congegni meccanici dell’antica Grecia, gli studi anatomici e le macchine di Leonardo, sorprendenti automi seicenteschi e settecenteschi, fino ad arrivare alle più avanzate tecnologie contemporanee. La seconda, Disney. L’arte di raccontare storie (dal 19 marzo 13 settembre 2020) era un inedito approfondimento sulla storia degli Studios Disney e su come le tecniche, le storie e i modi di raccontarle si fossero evoluti nel corso dei decenni, dando vita ai capolavori dell’animazione impressi nella memoria collettiva.
RAFFAELLO A ROMA
È la grande sconfitta di questo infausto 2020. RAFFAELLO 1520-1483, allestita alle Scuderie del Quirinale di Roma, era la grande mostra in occasione dei cinquecento anni dalla morte del Maestro urbinate che avrebbe dovuto coronare un anno di celebrazioni in tutta Italia e oltre, pari per grandezza solo alla mostra su Leonardo inaugurata l’anno precedente al Louvre. A dire il vero, la mostra ha inaugurato il 4 marzo, quando già a Milano era imposto il veto sui musei; è stata aperta un paio di giorni, con una mesta coda di visitatori in fila a un metro di distanza fuori dalla porta. Una parabola molto breve che si è spenta pochi giorni dopo, mandando in fumo tutto il lavoro fatto su un’esposizione che conta 200 capolavori tra dipinti, disegni e opere provenienti dai musei più importanti. Tuttavia, l’ultimo giorno di mostra è fissato per il 2 giugno. Una data che speriamo sia lontana abbastanza per permettere una riapertura, seppur breve.
https://www.scuderiequirinale.it
BANSKY AL CHIOSTRO DEL BRAMANTE DI ROMA
Anche questa era una mostra su cui si era puntato molto. BANKSY A VISUAL PROTEST avrebbe dovuto aprire al pubblico il 21 marzo. Una personale sullo street artist più discusso del nostro tempo racchiusa all’interno di una preziosa cornice rinascimentale, con 80 opere e 20 progetti realizzati per copertine di dischi e libri, coprendo un arco temporale dal 2001 al 2017. Sul tema della mescolanza dei linguaggi, era previsto anche un confronto tra Banksy e Raffaello al primo piano del Chiostro del Bramante, grazie a una grande finestra dalla quale si scorge l’affresco Sibille e Angeli, commissionato al pittore da Agostino Chigi nel 1515.
https://www.chiostrodelbramante.it/
PARMA CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2020
Non è una mostra, ma decidiamo comunque di metterla tra le grandi vittime dell’emergenza del Paese. Come sappiamo, la città di Parma – e tutto il territorio emiliano – si era preparata con energia e entusiasmo a questa manifestazione che avrebbe dovuto avere un richiamo internazionale. Una macchina allestita con impegno, in cui rientrava un fitto programma fatto di mostre, eventi teatrali e focus gastronomici. Ma non tutto è perduto: Ezio Zani, a capo del comitato Parma2020, ci ha rivelato in questa intervista che i sindaci delle città emiliane, assieme al governatore Stefano Bonaccini, hanno già spedito la richiesta scritta al Ministro del MIBACT Dario Franceschini di prolungare l’evento fino al 2021, nella speranza di poter dare a Parma il suo giusto rilievo.
https://parma2020.it/it-IT/home-parmacapitalecultura.aspx
CHRISTO AL CENTRE POMPIDOU DI PARIGI
Anche in Francia il mondo della cultura ha dovuto subire un categorico stop. Rinviata la mostra Christo et Jeanne Claude. Paris! in programma alla Galerie 2 del Centre Pompidou di Parigi dal 18 marzo. La mostra proponeva un focus sul periodo parigino della coppia vissuto tra il 1958 e il 1964, culminato con la storia del progetto Il Pont-Neuf impacchettato, progetto per Parigi (1975-1985). La mostra, inoltre, avrebbe dovuto essere un importante apparato divulgativo precedente all’impacchettamento dell’Arco di Trionfo, un grande evento fissato per settembre 2020 (ancora impossibile prevedere se avverrà o meno).
https://www.centrepompidou.fr/
ARTEMISIA GENTILESCHI ALLA NATIONAL GALLERY DI LONDRA
“La mostra ‘Artemisia’ non si aprirà come originariamente previsto il 4 aprile 2020 a causa delle attuali restrizioni globali. Speriamo di aprire ‘Artemisia’ e condividere il suo lavoro con voi il più presto possibile”, si legge sulla pagina Facebook della National Gallery di Londra. Sarebbe stata la prima grande mostra mai realizzata nel Regno Unito dedicata ad Artemisia Gentileschi (Roma, 1593 – Napoli, 1654): pittrice italiana di scuola caravaggesca, è stata la prima donna a diventare membro dell’Accademia delle Arti dei Disegno di Firenze. Le 35 opere programmate per la mostra, provenienti da collezioni pubbliche e private di tutto il mondo, raccoglievano una panoramica completa della sua carriera: dalla sua formazione a Roma, dove ha seguito le orme del padre Orazio Gentileschi, al suo periodo a Firenze, quello della sua affermazione come artista e infine gli ultimi 25 anni della sua vita terminati con lo studio aperto a Napoli e il breve viaggio a Londra. Trovate qui anche la notizia del recente ritrovamento di un Davide e Golia, finora erroneamente attribuito a un allievo di Orazio Gentileschi.
https://www.nationalgallery.org.uk/exhibitions/artemisia
GERARD RICHTER AL MET BREUER
Ha aperto il 4 marzo, ma ora è interrotta dalle restrizioni causate dal coronavirus che hanno coinvolto anche i musei di oltreoceano. Gerhard Richter: Painting After All, allestita al Met Breuer di New York e dedicata a uno degli artisti più quotati del nostro tempo, era una retrospettiva che abbracciava per intero la carriera di Richter, con oltre cento opere incentrate sullo studio della pittura, e sui mezzi espressivi correlati quali fotografia, riproduzione digitale e scultura.
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