Il Decreto Cura Italia e il mondo dello spettacolo. L’opinione di Carlo Fontana
Carlo Fontana, presidente di AGIS, commenta in maniera positiva le misure del Decreto Cura Italia per il settore dello spettacolo. E spiega perché in questa intervista.
Già sovrintendente del Teatro alla Scala dal 1990 per i successivi 15 anni, senatore durante la 15esima legislatura, amministratore esecutivo del Teatro Regio di Parma dal 2012 al 2014, Carlo Fontana dal 2013 è Presidente dell’AGIS, l’Associazione Generale Italiana dello Spettacolo. In questo ruolo commenta le parti del Decreto Cura Italia che riguardano il mondo dello spettacolo.
Come giudica il testo del Decreto Legge?
Innanzitutto va detto che per la prima volta siamo di fronte a un riconoscimento reale dell’importanza de questo settore. 130 milioni di euro in un solo anno per lo spettacolo riprodotto (cinema) e dal vivo (teatro) sono un intervento finanziario consistente.
Quindi il suo giudizio è positivo…
Il Ministro ha avuto l’accortezza di interloquire in maniera attenta con le associazioni di categoria. Quanto previsto accoglie in larga misura le richieste fatte pervenire anche dall’AGIS.
Come verrà impiegata questa cifra?
Sarà un testo in preparazione (da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto) a stabilire i requisiti per l’accesso ai benefici. In ogni caso 50 milioni sono coperti con risorse in conto capitale, quindi utilizzabili per investimenti, quali ad esempio interventi sulle sale o nuove attrezzature. Mentre i restanti 80 milioni saranno riservati alla spesa corrente, quindi con una possibilità di utilizzo per spese più ordinarie. Questi 130 milioni andranno a vantaggio del mondo del cinema, dello spettacolo dal vivo tutto. Inoltre, verranno individuate misure a sostegno di artisti, autori, interpreti ed esecutori che stanno soffrendo profondamente per questa crisi.
Può essere più specifico?
Le modalità attuative le potremo conoscere solo dopo l’emanazione del decreto ministeriale, nella definizione del quale, sono certo, il Ministro ascolterà le associazioni di categoria maggiormente rappresentative. Certo, non potremo ancora avere dati reali delle perdite che tutti stiamo subendo, perché è impossibile immaginare che la crisi sarà già superata. Ritengo comunque che per associazioni di categoria, quali ad esempio l’Anica, che rappresenta i produttori e distributori cinematografici, o l’AGIS, che rappresenta imprese di teatro, musica, danza ed esercizio cinematografico, sarà possibile svolgere una interlocuzione attiva. Per figure come compositori, sceneggiatori e autori posso immaginare che un ruolo importante sarà affidato alla SIAE, che individuerà le forme migliori per sostenere queste categorie.
Il decreto prevede la cassa integrazione anche per i lavoratori del mondo dello spettacolo…
È la prima volta che accade. E anche questo è un fatto positivo. Si pensi agli enti lirici, il cui personale fisso ammonta nella Penisola ad alcune migliaia di unità: potranno attingere come qualsiasi altra struttura produttiva da questi fondi per salvaguardare i loro dipendenti.
L’introduzione del voucher come possibile sostituzione dei biglietti acquistati. La ritiene una norma adeguata?
Una buona indicazione certamente. Biglietti cinematografici e teatrali, di ingresso ai musei o altri luoghi di cultura è previsto debbano – su richiesta inoltrata entro 30 giorni ‒ essere rimborsati. Un biglietto acquistato può però essere riconvertito in un voucher spendibile entro 12 mesi. O, ancora meglio, si trasforma in una donazione personale, visto il momento di difficoltà che sta vivendo chi lavora nel modo dello spettacolo. Il senso è quello di favorire una liquidità gravemente carente in questo momento.
Si è accennato anche a una campagna promozionale a favore di queste attività…
Lo ritengo importantissimo. Quando l’incubo finirà, sarà assolutamente necessaria una campagna promozionale per riportate il pubblico a teatro o al cinema. E farlo dopo i necessari “arresti domiciliari” a cui siamo sottoposti non sarà affatto semplice. Dovesse terminare l’emergenza entro metà maggio, forse – e dico forse – avremo qualche possibilità di usufruire del desiderio di tutti di partecipare a spettacoli all’aria aperta: ma quel che sto dicendo è più che altro un augurio…
‒ Aldo Premoli
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