L’impatto del COVID-19 sui servizi di logistica internazionale per l’arte
ARTA, azienda americana produttrice della piattaforma che confronta centinaia di offerte di servizi di logistica internazionale per l’arte, racconta in un report la complessa situazione affrontata dal settore. I leader di mercato italiani confermano le difficoltà, ma non manca un messaggio di speranza.
Anno bisesto, anno funesto per tutti. Ma le aziende che si occupano di logistica internazionale per l’arte subiscono le conseguenze della pandemia di COVID-19 dopo quasi tre anni di incertezze pre-Brexit che hanno impattato negativamente su ogni fronte (dai singoli prestiti inter-museali all’organizzazione dell’ultima Biennale di Venezia). I servizi di logistica offerti trasversalmente a musei, gallerie, case d’asta, artisti e collezionisti privati godono in generale di scarsa visibilità; eppure non sarebbe azzardato affermare che da questi dipende l’intero sistema del mercato dell’arte, tanto che il Sotheby’s Institute of Art, divisione della casa d’aste dedicata alla formazione, dal 2019 propone un nuovo master in “Art Logistics”. Oltre al trasporto in senso stretto, gli operatori specializzati in logistica dell’arte gestiscono infatti le attività più delicate e critiche per la salvaguardia delle opere ‒ dall’imballaggio alla gestione delle pratiche doganali in caso di esportazione all’installazione presso privati o in luoghi pubblici. A seguito della diffusione del COVID-19, ARTA, società americana che offre una piattaforma tecnologica che consente di ricevere e confrontare offerte per tutti i servizi che ruotano intorno alla movimentazione di opere d’arte, ha realizzato un sondaggio tra i propri fornitori (più di 500 in tutto il mondo) e ha pubblicato un report basato su quasi 200 risposte provenienti da 48 Paesi.
LA SITUAZIONE IN EUROPA E ASIA
La situazione del trasporto di opere d’arte in Europa e Asia è in costante e rapida evoluzione. In base agli ultimi aggiornamenti del sondaggio di ARTA, al 20 marzo:
‒ le merci erano ancora in grado di circolare in tutta l’UE; tuttavia, risultavano ridotti o cancellati la maggior parte dei servizi di groupage (raggruppamenti di più spedizioni che hanno origine e destinazione uguali o vicine) e gli shuttle (insieme di mezzi che viaggiano avanti e indietro fra due soli punti, creando un flusso quasi continuo);
‒ la maggior parte degli operatori poteva effettuare ritiri e consegne locali su richiesta;
‒ poiché aziende come FedEx e DHL non si appoggiano a voli passeggeri, la spedizione di pacchi era ancora garantita regolarmente. La domanda era aumentata, ma con prezzi sempre competitivi; la raccolta, l’imballaggio e la spedizione a livello internazionale procedevano regolarmente;
‒ il trasporto aereo era ancora disponibile, ma con prezzi volatili e capacità limitata (nel caso dell’UE, limitata in quanto dallo scorso 20 marzo sono state temporaneamente sospese le norme che obbligano le compagnie aeree a usare almeno l’80% degli slot di decollo e atterraggio in Europa per poterli conservare anche l’anno successivo, in quanto favorivano il fenomeno dei cosiddetti “voli fantasma”, ossia con pochi ‒ o addirittura senza ‒ passeggeri, N.d.R.);
‒ il trasporto via mare era ancora possibile e non si registravano i grandi aumenti di prezzo che caratterizzavano il trasporto aereo.
Più in dettaglio, il 97% degli interpellati offriva ancora preventivi per la spedizione, tuttavia molte quotazioni erano garantite per sole 24 ore (in alcuni casi anche meno) a causa della volatilità dei prezzi giornaliera. La maggior parte dei partecipanti al sondaggio continuava a gestire le attività dei depositi come d’abitudine, anche se ciò poteva essere influenzato da fermi obbligatori imposti a livello nazionale in alcuni Paesi: ad esempio, se la totalità degli interpellati nel Regno Unito stava tenendo aperti i propri depositi, la percentuale in Francia scendeva al 70% e in Italia al 50% (e in molti casi solo su appuntamento). Più di un quarto dei partner non effettuava ritiri e consegne locali regolari; alcuni lo facevano solo su richiesta speciale. Meno della metà dei partner gestiva ancora servizi di shuttle transfrontalieri su strada, e ARTA prevedeva una progressiva riduzione della percentuale di pari passo con l’inasprirsi dei controlli alle frontiere in tutto il mondo. Il 17% dei partner aveva sospeso completamente i servizi di disimballaggio e installazione. Un altro 17% stava valutando caso per caso. Al 65% dei partner che stava ancora offrendo questi servizi, molti clienti sceglievano di non richiederli.
NORD AMERICA IN EVOLUZIONE (MA TUTTO CHIUSO IN CALIFORNIA)
Secondo il report, sempre al 20 marzo, i depositi in California erano temporaneamente chiusi a causa dell’imposizione di cessazione di tutte le attività applicato senza eccezioni. Tutte le raccolte e le consegne locali erano sospese fino alla riapertura dei depositi. I depositi di New York erano temporaneamente chiusi, con alcune eccezioni. La maggior parte degli shuttle nazionali e regionali in Nord America era ancora operativa, ma con possibilità di evoluzione negativa in caso di obbligo di chiusura delle imprese non essenziali. Più in dettaglio, l’86% dei depositi funzionava ancora regolarmente, il 3% era già chiuso, il 6% avrebbe chiuso nei giorni successivi, il 5% avrebbe ridotto gli orari o ricevuto solo su appuntamento. L’85% degli intervistati aveva ancora accesso ad abitazioni e aziende, ma molti operatori avevano notato un calo di richieste di questi servizi. Molti di quelli che non offrivano più ritiri e consegne locali erano quelli che si trovavano in aree con imposizione dell’ordine di chiusura di tutte le attività, come in California. ARTA prevedeva che un numero maggiore di partner avrebbe interrotto questi servizi nel caso di un mandato simile da parte del governo in ulteriori città e stati federati. La maggior parte dei partner non aveva ancora cancellato tratte dei servizi di shuttle, ma segnalava la possibilità di variazioni in qualsiasi momento. Molte delle avvenute cancellazioni erano probabilmente da ricondurre alla situazione in California.
LA VISIONE DEGLI OPERATORI ITALIANI
L’Italia sta al passo come può. Chiara Prisco, Business Unit Manager per il Dipartimento Fine Art Gondrand by Fercam di Fercam SPA (l’azienda di trasporti e logistica che il 24 marzo, a supporto del Sistema Sanitario Nazionale, ha assicurato la consegna di un milione e mezzo di mascherine e camici protettivi da Vienna a Bolzano), racconta: “Siamo in grado di garantire i servizi nel rispetto dei decreti promulgati, rientrando tra le attività non soggette a sospensione, anche se abbiamo riscontrato un forte rallentamento delle richieste. Abbiamo mantenuto l’operatività, salvaguardando la salute dei collaboratori anche attraverso lo smart working. Attendiamo tempi migliori in cui l’esposizione d’arte tornerà a essere fruibile al pubblico e le opere d’arte, così come le persone, riprenderanno i loro percorsi”. Tra le realtà italiane che si dedicano esclusivamente alla logistica dell’arte c’è Arterìa, eccellenza nata nel 2000 dalla fusione di quattro storiche aziende specializzate, con sedi e depositi a Milano, Roma, Firenze, Venezia, Torino e Malpensa. L’amministratore delegato Antonio Addari, in smart working come tutto lo staff degli uffici per poter continuare a seguire i clienti, è comprensibilmente preoccupato: “La nostra azienda è stata una delle prime in occidente ad aver deciso e comunicato la sospensione delle attività. Il settore della logistica per l’arte è totalmente fermo al momento e, personalmente, temo che la ripartenza sarà lenta. Tutti gli eventi, le mostre e le attività programmati e oggi sospesi non potranno ripartire in tempi brevi”. Un’altra importante realtà della logistica dedicata esclusivamente all’arte è Apice, il cui ultimo progetto è stato la mostra su Raffaello alle Scuderie del Quirinale a Roma (chiusa a pochi giorni dall’inaugurazione, ma oggi visitabile virtualmente): 120 opere fra cui dipinti, arazzi, sculture e gioielli, per un totale di oltre duecento trasporti e movimentazioni. Anche Apice ha fin da subito messo in atto i protocolli di sicurezza allineati alle direttive emanate dal Governo. “La nostra priorità è di garantire comunque il servizio a ogni opera d’arte ancora circolante per il mondo, in attesa che si possa riprendere la normalità”, afferma Maurizio Torcellan, Responsabile Marketing e Comunicazione. E aggiunge: “Tanto nostro lavoro per la realizzazione di grandi eventi temporaneamente chiusi è pronto per essere inaugurato e goduto dal pubblico, e farà parte di una necessaria rinascita nell’animo di ogni uomo per affrontare meglio quella economica”. Sinceramente, non vediamo l’ora.
‒ Edera Karmann
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