Il disco relazionale di Alex Cremonesi
Estetica relazionale e musica si fondono nell’attività di Alex Cremonesi. Nel suo ultimo disco ha guardato alle logiche dell’arte contemporanea.
Alessandro o Alex Cremonesi, fondatore e autore di molti testi dei La Crus, ci ha abituati a progetti molto particolari e raffinati: da Canzoni Invisibili, uscito per Moleskine, a Vinyl in Canvas, oggetto d’arte da esporre in galleria, è un susseguirsi di lavori dove l’estetica relazionale si fonde con la musica.
Anche il suo ultimo disco uscito per Riff Records, La Prosecuzione della Poesia con Altri Mezzi, pensato con modalità più vicine all’arte contemporanea che al tradizionale approccio discografico, non fa eccezione. Per realizzarlo ha invitato trentasei tra musicisti e cantanti – Bienoise, Lagash dei Marlene Kuntz, Riccardo Sinigallia, Max Casacci dei Subsonica, fino a Howie B, il produttore scozzese noto per le collaborazioni con Björk, U2 e Tricky – a mandare il loro contributo. “Ho chiesto loro un frammento sonoro, un loop, scelto a proprio totale piacimento, senza alcun vincolo”, ci spiega Cremonesi. “Agli interpreti vocali ho suggerito di interpretare altrettanto liberamente uno a loro scelta fra cinque brevi testi ispirati alla psicoanalisi”. Poi il suo lavoro di mash-up ha fatto il resto, dando origine a diciassette brani elettronici dal sapore cantautorale. “L’essenza di questo tipo di pratica risiede nell’invenzione di relazioni fra i soggetti, nel metterci ‘laddove non eravamo’; nell’inventare incontri possibili”, continua Cremonesi.
ORFEO ED EURIDICE
“Se per ‘Orfeo’ Edda avesse ascoltato il giro di synth di Davide Arneodo non avrebbe mai cantato il testo a quel modo; viceversa, se Davide avesse ascoltato la voce di Edda mai e poi mai avrebbe tirato fuori quella frase di synth per accompagnarla! In questo mi è piaciuto richiamare la frase di Miró secondo il quale ‘è la materia a dettare l’opera’”. Una citazione che compare anche nel manifesto poetico, contenuto nel packaging del disco: un’edizione numerata di 250 copie assemblate “sartorialmente” dallo stesso musicista, ideatore di grafica, lettering, foto delle cartoline e della cover, con l’immagine di Orfeo ed Euridice seduti fuori fuoco.
A latere, un contributo video dei Masbedo. “Fa parte di una installazione intitolata ‘Il silenzio non esiste’ presentata a Torino in una mostra alla galleria di Riccardo Costantini dal 6 febbraio; il video è abbinato a una versione remix di Orfeo 2, con un featuring tra Lorenzo Monguzzi e Alessandra Bossa”, conclude Cremonesi.
‒ Claudia Giraud
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #53
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