Teatro: cosa ne sarà dei festival estivi ai tempi del Covid-19?
Cerchiamo di affrontare i problemi del mondo del teatro ai tempi della pandemia. Chiedendoci intanto che cosa accadrà ai tanti festival che ogni anno arricchiscono il cartellone della nostra estate. E che questa estate...
Tra le tante questioni che il sistema teatrale affronta in questo periodo, tra i dubbi e i tentativi di ricreare, adattare o inventare prodotti “performativi” fruibili attraverso canali digitali, degna di nota è di sicuro la questione che riguarda i festival estivi. Soprattutto in un panorama, come quello italiano, in cui i festival si fanno promotori di visioni e precursori di tendenze, ricoprendo, ancora oggi, un ruolo primordiale all’interno della programmazione teatrale nazionale. Addetti ai lavori o meno aspettano l’iniziare dell’estate dei festival con ansia maggiore di quanto non si attenda l’inizio della stagione di un qualsiasi stabile. Perché il festival oggi non è solo un momento di fruizione che ci porta a conoscere i nuovi protagonisti del panorama performativo internazionale. È anche e soprattutto un momento di scambio con il pubblico, con gli altri addetti ai lavori, con gli artisti stessi. E questo è possibile solo in una dimensione di raccoglimento, che permetta un’immersione all’interno di una narrazione, di una visione, di un tempo concentrato e dedicato allo sguardo e allo scambio.
ESTATE 2020: CHE ACCADE?
Fin dall’inizio di questo confinamento ci siamo chiesti cosa ne sarebbe stata della nostra estate di festival, da Santarcangelo, a Dro, alla Biennale Danza, a Operaestate, a Crisalide, e ai tanti altri che costellano l’estate italiana. Cosa ne sarà di loro? Seguiremo il loro evolvere passo per passo attraverso queste pagine, iniziando con Santarcangelo che ci da già da ora notizie positive, mentre immagina cosa e come sarà questa edizione 2020 che festeggia il cinquantesimo compleanno. “Avevamo deciso da tempo che FUTURO FANTASTICO (il titolo di un breve racconto che Isaac Asimov scrisse nel 1990 prefigurando – ottimisticamente – i giorni nostri) sarebbe stato il claim di questa “far-out” edizione, che guarda ai cinquant’anni trascorsi per immaginare il 2050. Poi è arrivata la pandemia a rendere ancora più infetti i pallidi tentativi di prefigurare futuri migliori. Dopo il debito smarrimento e infiniti ripensamenti sui colori, le striature, le derive semantiche in cui immergere questa fatidica edizione 2020 – che inevitabilmente, date le incertezze attuali, avrà una nuova veste d’emergenza – abbiamo deciso che sì, avremmo continuato a usare FUTURO FANTASTICO per nominarla.”
DA SANTARCANGELO AI SUQ
Non si sa quale sarà la forma che prenderà il festival, e per questo motivo il duo di curatori a cui è affidata l’edizione di quest’anno, Daniela Nicolò e Enrico Casagrande (fondatori della compagnia MOTUS) decidono di iniziare a scendere “in piazza” fin da subito, creando per questi giorni di attesa e preparazione della virtuale edizione 2020 il DREAM SUQ سوق الأحلام di SANTARCANGELO FESTIVAL. Il suq è il mercato, situato all’interno della piazza. La piazza Ganganelli, quella che si vede nella cartolina che fa da sfondo alla locandina di quest’anno, sulla quale si propaga una piovra gigante a creare una visione retro-futurista, sarebbe stato il luogo propulsore di tutto il festival. Da qui, come una marea, le narrazioni di questa cinquantesima edizione avrebbero preso le mosse. Scendendo in piazza fin da subito, il team di Santarcangelo assume dal SUQ arabo “la connotazione a spirale che hanno questi caotici e colorati mercati per costruire una piattaforma aperta e plurigestita che accolga voci e proposte “da mettere in piazza” ora che non si può. È un gruppo Facebook, collettore aperto di proposte-sogni-visioni culturali/artigianali, locali e internazionali. Un labirinto informale in cui condividere, scambiare, suggerire, mettere in campo saperi e pratiche: un mercato senza moneta, o meglio la cui unica moneta è la solidarietà nella solitarietà di questo momento.” Un altro luogo virtuale che accoglie sogni e desideri in periodo di pandemia, per far si che l’attesa non sia un tempo morto. Continueremo ad aggiornarvi su quello che è il futuro vicino dei festival, e delle varie programmazioni teatrali. Nell’attesa facciamo un salto in piazza.
-Chiara Pirri
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