La prima opera di Olafur Eliasson in cima a un ghiacciaio
In Val Senales, in provincia di Bolzano, a oltre 3000 metri di quota, Olafur Eliasson realizzerà un intervento dedicato all’urgenza dei cambiamenti climatici. Usando lo scioglimento del ghiacciaio altoatesino come esempio eloquente.
Per la prima volta, Olafur Eliasson (Copenaghen, 1967), l’artista famoso per il suo impegno ambientalista, sta preparando un’opera sulla cresta di un ghiacciaio. E lo sta facendo in Italia, in Val Senales (Schnalstaler), in provincia di Bolzano, la valle altoatesina nella quale venne rinvenuto Oetzi, l’uomo primitivo seppellito nel ghiaccio. Gli abitanti della Val Senales hanno trovato la loro voce nella Talking Waters Society; l’associazione locale è riuscita a coinvolgere il famoso artista di origine islandese su un tema che sta a cuore a entrambi, lo scioglimento dei ghiacciai. Fino a pochi anni fa, in questa valle si sciava tutto l’anno grazie al ghiacciaio millenario, l’unico dell’Alto Adige che comprenda un impianto sciistico e lo stesso dove nel 1991 venne ritrovata la mummia dell’“Uomo di Similaun”. Ora la stagione sciistica inizia solo a settembre. E proprio lo scorso 23 settembre, equinozio d’autunno, è stato presentato ufficialmente il progetto dell’opera, la cui prima stesura risale a dicembre del 2018. La data di inaugurazione prevista (ma annunciata prima dell’emergenza sanitaria in corso) è il 20 giugno 2020, in coincidenza con il solstizio d’estate.
I DETTAGLI DELL’OPERA DI OLAFUR ELIASSON
L’opera di Eliasson sorgerà sulla vetta del ghiacciaio del Giogo Alto (Hochjochferner), a 3212 metri. Ecco il dettaglio del progetto: un sentiero in cresta lungo 410 metri è segnato dalla presenza di una serie di portali a forma di arco, situati a una certa distanza l’uno dall’altro, un intervallo che rispecchia lo spazio temporale fra le cinque ere glaciali. Al termine del cammino si giunge, dopo una breve scala geometrica, all’interno di un’enorme sfera di vetro e acciaio del diametro di circa 7 metri, costruita con anelli inseriti a distanze regolari, riflettendo i solstizi e gli equinozi, cerchi che ruotano ogni 15 minuti seguendo il movimento apparente del sole. Dunque, una serie di temi ricorrenti nell’arte di Eliasson si ripropongono in questa nuova imponente opera: i colori e la luce del sole, l’acqua e il ghiaccio, l’ambiente e i cambiamenti climatici.
COMUNICARE IL CAMBIAMENTO CLIMATICO
Altra idea dell’artista è quella di trasmettere da questa spettacolare struttura, detta “Duomo del sole”, i suoni e le immagini del ghiacciaio e farli giungere dall’altra parte del mondo: ad esempio a Reykjavik, in Islanda, oppure fino al museo del clima di New York, per comunicare in tempo reale a tutti che il ghiacciaio della Val Senales, così come molti altri, potrebbe scomparire. L’intera opera, e in particolare la sfera d’acciaio e vetro, è di non facile realizzazione, viste le condizioni estreme dell’area: venti fino a 200 chilometri orari, temperature che oscillano da meno 30 a più 30 gradi, con rischi di surriscaldamento per il vetro. A questa situazione di partenza ora si è aggiunto il fermo delle attività dovuto alle normative di contenimento del COVID-19. A breve sapremo se la data d’inaugurazione legata al solstizio d’estate del 2020 sarà confermata.
‒ Letizia Riccio
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