Our strange days. Gli acquarelli domestici di Vanni Cuoghi
Dal 9 marzo Vanni Cuoghi pubblica sui suoi canali Facebook e Instagram un acquerello al giorno in formato cartolina, accompagnato da una frase del gallerista Giuseppe Pero. Una “cronaca” della incredibile situazione che stiamo vivendo.
Di certo è stato uno dei primi a reagire. Ai “domiciliari” come tutti nel suo studio di Milano, Vanni Cuoghi (Genova, 1966), il 9 marzo, ha lanciato un messaggio su Instagram e sulla sua pagina Facebook: “Da oggi pubblicherò su Facebook e su Instagram un lavoro al giorno. Lo farò alle 19. Sarà un acquerello del formato di una cartolina di cm 10×14 realizzato durante tutta la giornata.
Sarà la ‘pagina’ di un diario per immagini, disciplinato, domestico, con l’intento di creare un documento di questo particolare momento storico”.
Da quel giorno Cuoghi comincia a dipingere su carta Fabriano ad acquarello senza mancare un appuntamento.
Una reazione emotiva?
Forse, ma solo in parte. Dopo il decreto del 9 marzo del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in cui si “consigliava” agli italiani di restare a casa per cercare di contenere l’infezione da Coronavirus (ed evitare quindi il collasso del sistema sanitario nazionale), ho capito che stava succedendo qualcosa che avrebbe cambiato le nostre vite. Si stava varcando una soglia.
Da qui il progetto in solitaria…
In realtà ne ho parlato con il mio amico e gallerista Giuseppe Pero e abbiamo pensato di creare un documento per la memoria nostra e dei nostri nipoti. Ogni “cartolina” è accompagnata da una frase e quella frase è di Pero.
Cosa sono questi lavori? Illustrazioni dei fatti della cronaca giornaliera?
Hai colto bene. In questi lavori faccio il verso all’illustrazione. Ma, come è facile capire, non si tratta di una traduzione fedele di quel che accade giorno dopo giorno. Piuttosto di un diario corale in cui io dipingo un acquerello e Pero cerca sul web, tra le pagine dei quotidiani e della letteratura internazionale, una frase che sia da complemento all’immagine.
Avete anche dato un nome all’intero ciclo…
Our strange days è in realtà è una parafrasi di Strange day, titolo di una canzone dei Doors. Ho pensato che davvero questi nostri strani giorni fanno parte di un’esperienza che l’umanità ha già vissuto in passato, ma con derive differenti a seconda del periodo storico.
Le tue “cartoline” sono ora fruibili su Instagram e sulla tua pagina Facebook. Ma quando tutto sarà finito, cosa succederà a questi lavori?
L’idea sin dall’inizio è quella di realizzarne un libro. Come ho detto, l’intenzione è produrre un documento. Mi piace fare riferimento a questa frase di Luciano Inga Pin: “Un artista deve essere sempre contemporaneo”. Anche se i fatti di cronaca nel mio lavoro non sono quasi mai un riferimento, in questo caso ho intuito che quello che stava accadendo avrebbe cambiato per sempre le nostre modalità del fare e del pensare. Da qui l’urgenza del documento che possa superare il tempo per poi essere raccontato.
‒ Aldo Premoli
https://www.instagram.com/our_strange_days/?hl=it
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