Giovani artisti e quarantena. Parola a Francesco Snote

Su cosa stanno lavorando da casa i giovani artisti in questi giorni? Questa volta a rispondere è Francesco Snote.

È passato più di un mese dall’inizio del lockdown e, nonostante la situazione sembri essere leggermente migliorata stando ai dati giornalieri, il rischio di ricadute è sempre dietro l’angolo e, in più, nelle città maggiormente colpite la tensione resta sempre alta. Dopo il nuovo decreto che permette alle librerie di riaprire, negli ultimi giorni crescono sempre più le voci che inneggiano alla riapertura dei musei e delle biblioteche per ripartire e ritornare alla normalità, ma la tanto desiderata normalità non è quella che sicuramente eravamo abituati a vivere nei mesi passati. Le riaperture non risolverebbero i problemi già sedimentati nel mondo della cultura, ma darebbero sicuramente una spinta in più al Paese. La sfida più grande è quella di far confluire le forze della politica, il mondo della cultura e le istituzioni in un confronto serrato sulle soluzioni da adottare e sulle forme di sostentamento e di aiuto economico e sociale destinato ai lavoratori indipendenti dell’arte contemporanea e dello spettacolo, una categoria fragile, sfruttata e poco tutelata. Sarà la scienza medica a dirci come e quando ritornare nel migliore dei modi alla normalità, con la speranza di fare tesoro di questi momenti per una concreta e fiduciosa rinascita del sistema.

Lo studio di Francesco Snote

Lo studio di Francesco Snote

FRANCESCO SNOTE A BIELLA

Riguardo ai suoi progetti e al momento che stiamo vivendo, Francesco Snote (Biella, 1991) ha risposto: “Prima del lockdown ero focalizzato su un progetto e su sculture a cui ora continuo a lavorare, ma in maniera diversa. Principalmente faccio l’orto, leggo, cucino, prendo il sole, disegno, quello che fanno in tanti insomma“.

Come percepisci in questo periodo il tuo lavoro e che tipo di risvolti potrebbe avere la tua pratica artistica?
È davvero troppo presto per dirlo. Però guarda, cerco di eliminare ogni percezione di pronostico o statistica che mi possa sfiorare. Non penso, per quanto mi riguarda, che sia questo il momento di dare “attivazioni” o parole agli strumenti che fino a oggi hanno dato origine alla mia pratica. Ora il mio desiderio è funzionare da recettore, cercare di ascoltare fuori dal balcone il più possibile. Più avanti mi aspetto, e ci sarà, sicuramente un cambio di carattere riguardo all’evento, quindi, comunque vada, il temperamento sarà diverso. Io oggi vivo una condizione perturbante, in cui ho una percezione delle cose estranea e familiare allo stesso tempo.

Lo studio di Francesco Snote

Lo studio di Francesco Snote

Dove trascorri e come passi le tue giornate in vista del ritorno alla normalità?
Probabilmente il sentimento perturbante si spiega con il fatto che circa due mesi fa sono venuto a Biella e alla fine sono rimasto bloccato qui, nella casa dove sono cresciuto. Sono fortunato perché sono circondato dalla natura, ma comunque anche qui i suoni sono più ovattati. Tranne questo piccolo dislocamento geografico, la mia vita non è cambiata di molto.
A Torino solitamente faccio una vita regolare in cui sto parecchie ore in studio, che è l’unica cosa che mi manca molto. L’ultima volta che ci sono andato faceva freddo e dovevo accendere la stufa altrimenti i lavori non si asciugavano e io congelavo. Quando ci tornerò non ce ne sarà bisogno.

Giuseppe Amedeo Arnesano

https://francescosnote.eu/

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Giuseppe Arnesano

Giuseppe Arnesano

Storico dell'arte e curatore indipendente. Laureato in Conservazione dei Beni Culturali all'Università del Salento e in Storia dell'Arte Moderna presso l'Università La Sapienza di Roma. Ha conseguito un master universitario di I livello alla LUISS Master of Art di Roma.…

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