Quando il mercato dell’arte incontra la beneficenza: Art for Covid-19 e le altre iniziative
Molti i canali di vendita online aperti da case d’asta a beneficio di chi si adopera per combattere il Coronavirus. Ma tratta anche di un mutuo soccorso finalizzato a sostenere ospedali e progetti sociali e allo stesso tempo a creare nuove attività per gli artisti in isolamento
Da qualche giorno ormai sembra essere nata l’esigenza su scala internazionale del mercato dell’arte di aprire un dialogo con la realtà che tutti stiamo sperimentano. L’evento scatenante è naturalmente l’emergenza sanitaria e sociale causata dal Covid-19. Sono infatti numerose le aste che in questi giorni si avvicendano su scala mondiale con opere in vendita tra le più disparate, spaziando dai nomi più illustri ai giovani artisti. Una sinergia interessante sembra essersi attivata soprattutto tra case d’asta e gallerie. In una staffetta di gestione nel reperimento e vendita opere le due colonne del mercato privato uniscono le forze, mettendo in stand by il dislivello che aveva avuto tutta l’aria di accentuarsi fino pochi giorni fa, tra aste in ascesa e gallerie in declino.
LE INIZIATIVE DI BENEFICENZA
Tra le molte iniziative in Europa c’è ad esempio l’asta online tenuta da Piasa dal 3 al 5 aprile: il ricavato è andato a favore degli organi sanitari francesi. La casa d’asta based in Paris si è avvalsa inoltre della collaborazione di Thaddaeus Ropac; Hauser & Wirth ha invece annunciato di devolvere il 10% delle vendite online all’ OMS, e innumerevoli sono le realtà che hanno messo in piedi, al di qua e al di là dell’oceano, grosse macchine di aiuti sembre all’insegna dell’arte. Non è da meno l’Italia che conta solo negli ultimi giorni decine di iniziative. Dalla mobilitazione personale di artisti, come Alessandro Piangiamore che ha venduto un lavoro della serie “La cera di Roma” su Instragram (opera acquistata da Veronica Siciliani Fendi) il cui ricavato è stato poi devoluto all’Ospedale Spallanzani di Roma, fino ad iniziative di privati come la casa d’aste Blindarte con Art To Stop Covid-19, progetto voluto dal direttore del dipartimento di arte moderna e contemporanea Memmo Grilli insieme ad Edoardo Osculati, direttore della galleria milanese Cardi, con l’obiettivo di donare i proventi alla Regione Lombardia e all’Istituto Pascale di Napoli. Tanti i nomi coinvolti: Andrea Zegna, Gregory Papdimitriou ed Ernesto Esposito, gli artisti Davide Cantoni, Mimmo Jodice e Roberto Coda Zabetta.
L’INIZIATIVA DELLA FONDAZIONE PAOLINI
Insomma da Milano a Mantova, da Roma a Brescia, si moltiplicano le opere postate su social e siti, chi più chi meno accreditato, ma tutti con spirito umanitario dichiarato e mirato. Un progetto particolare, che non si sviluppa come un’asta quanto come e-commerce, è Art for Covid-19. Nasce dalla collaborazione tra La Fondazione Giulio e Anna Paolini, la casa editrice Colophon, il progetto Città Nascosta, e la galleria Mucho Mas! Come apprendiamo da Bettina Della Casa, direttrice della Fondazione, l’idea, sviluppata da principio con Camilla Fiorin di Colophon Arte, fa perno sul doppio cardine della solidarietà e dell’isolamento forzato; la collaborazione con le gallerie, è arrivata in un secondo momento. Perché? “Il lavoro delle gallerie è già molto difficile in questo momento, e chiamarle in un progetto dove il lavoro si moltiplica e gli introiti praticamente si azzerano sembra quasi irrispettoso” confessa la Della Casa. Eppure le gallerie hanno voluto partecipare, con consulenze, opere e facendo da tramite con gli artisti. Una dinamica questa che forse non dovremmo sottovalutare nell’economia generale dell’evoluzione degli enti privati dell’arte. In cosa consiste: è possibile acquistare opere di artisti quotati a un prezzo minore del valore di mercato e al contempo aiutare la Protezione Civile di Codogno durante l’emergenza sanitaria Coronavirus. Il progetto prevede implicitamente una call che invita i collezionisti, gli artisti, i galleristi e i mercanti a partecipare. Sul sito è già possibile acquistare opere di Giulio Paolini, Agostino Bonalumi, Flavio Favelli, Arnaldo Pomodoro, David Reimondo e molte altre ancora.
I RISULTATI
«Il risultato è stato straordinario» ci tiene a sottolineare la direttrice «non mi aspettavo una tale risposta. Il sito è on line da lunedì mattina, e ogni giorno si vende qualcosa, è chiaro che l’attenzione su questi progetti e la gestione del tempo è fuori dall’ordinario». I meccanismi delle vendite, a tutti i livelli di costo, sembrano confermare le dinamiche di mercato che già conosciamo anche fuori dall’emergenza. Molte vendite sui grandi nomi, meno sugli artisti più giovani, che comunque sembrano guadagnare terreno e che in ogni caso vengono proposti sicuramente con molto più coraggio che in tempi ‘normali’. Aggiunge la Della Casa «Poi nel mercato dell’arte si sa, spesso si viene smentiti, ed è capitato anche a me più di una volta in questa avventura con opere di artisti poco noti». I partecipanti al dialogo in questo caso si allargano: fondazione, galleria, casa editrice, associazioni culturali e uffici stampa lavorano insieme ad un nuovo ed evidentemente produttivo format di collaborazione. Ma è una formula che potrebbe sopravvivere spenta l’emergenza? Segna nuovi possibili orizzonti per questi settori parenti? I fondatori di Art for Covid-19 affermano senza appello che il loro progetto in particolare è mirato alla beneficenza e non ad affermarsi come sistematica modalità di vendita in futuro, ma l’interrogativo si estende all’insieme dei progetti similari sviluppatisi in questo periodo, in cui gallerie e organi di mercato privato sono una voce fondamentale dell’operazione. Non sappiamo in che termini si svilupperà la questione delle vendite online, ma per il momento molti automatismi strategici sembrano attenuati e l’eventualità che il mondo dell’arte ne esca migliorato è tra le opzioni, anche fuori dall’ingenuo ottimismo.
– Ofelia Sisca
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