7 artisti italiani che lottano per l’ambiente
Anche l’Italia ha fatto, e continua a fare, la sua parte nel dialogo tra arte ed ecologia. Abbiamo selezionato alcuni degli artisti che hanno dato un contributo più significativo alla conversazione, cercando di coprire il raggio che dalla Land Art arriva alle nuove tecnologie.
GIULIANO MAURI
In un rapporto simbiotico con la natura, le strutture di Giuliano Mauri si integrano nel paesaggio come architetture organiche. Il suo lavoro più noto è Cattedrale Vegetale, di cui una prima versione fu realizzata nel 2001 in occasione della rassegna Arte Sella, mentre altre due, poi distrutte dal maltempo, seguirono la morte dell’artista nel 2009. All’interno della struttura di rami intrecciati a formare una navata, l’artista aveva previsto che venissero piantati alberi che, crescendo, avrebbero seguito la forma dello scheletro da lui disegnato, che sarebbe poi marcito e scomparso.
GIUSEPPE PENONE
Gli alberi sono un elemento ricorrente nella pratica di questo rappresentante dell’Arte Povera. In alcuni dei lavori di Giuseppe Penone l’albero è l’opera stessa ed è lasciato nella sua apparenza naturale, in altri lavori l’artista riproduce alberi in legno, bronzo e altri materiali, dando loro forme e composizioni diverse, in altri ancora combina alberi reali e riproduzioni. Penone esplora i processi naturali e il rapporto tra l’uomo e la natura e le energie che muovono entrambi.
FRANCESCO SIMETI
Il lavoro dell’artista siciliano di base a New York è denso di empatia per il mondo naturale e traspira profonda preoccupazione per il suo futuro. Nelle sue composizioni, Francesco Simeti attinge dalla tradizione delle illustrazioni delle tavole botaniche e di zoologia, creando scenari insieme lussureggianti e sofferenti, invitanti e inquietanti. Nel 2017, con l’installazione Swell, ha esplorato l’impatto dell’uomo sull’ambiente, mescolando, attraverso un sistema di sagome in movimento su binari, scenari di alcuni dei canali d’acqua più inquinati di New York con immagini di flora e fauna.
EUGENIO TIBALDI
La pratica di questo artista cuneese si potrebbe definire eco-politica, esplora l’ecologia umana e urbana, nelle sue accezioni socio-economiche e nelle sue interazioni con il paesaggio naturale, con un particolare interesse per le comunità locali. Il suo lavoro è stratificato e complesso e mescola le tecniche e i media più diversi. In Economic Geography Eugenio Tibaldi espone immagini satellitari della Terra dei Fuochi e una mappa da cui sono stati cancellati i segni dell’Italia rurale.http://www.eugeniotibaldi.com/
IENA CRUZ
Nei suoi murales ricorre il tema della conservazione ambientale e sono in particolare gli oceani a stare a cuore a Federico Massa. Ma da qualche anno lo street artist milanese fa ancora di più per l’ambiente: l’ecologia non è solo nel contenuto delle sue opere, ma nella materia stessa. Per i suoi ultimi lavori, infatti, Iena Cruz utilizza la vernice Airlite, in grado di assorbire lo smog. Con questo materiale nel 2018 ha realizzato, su un palazzo di sette piani del quartiere ostiense di Roma, l’opera Hunting Pollution, considerato il più grande murale eco-friendly d’Europa, seguito nel 2019 da Anthropoceano, nella zona di Lambrate a Milano.
GIORGIA LUPI
Pioniera della data visualization e dell’information design, Giorgia Lupi è un nome ricorrente nelle tante mostre che negli ultimi anni hanno esplorato le soluzioni offerte dal design a un ambiente in trasformazione. Diversi sono i suoi lavori che affrontano questioni ambientali. Alla Triennale di Milano 2019, dal titolo Broken Nature: Design Takes on Human Survival, ha esposto The Room of Change, una tappezzeria di dati dell’estensione di trenta metri e realizzata a mano, che illustra i cambiamenti subiti dall’ambiente nei secoli scorsi, nel presente e nel futuro, raccontando la relazione tra l’uomo e il suo contesto.
ANDRECO
Affonda le radici in una formazione in ingegneria il lavoro di questo artista che da anni si interroga su come trasferire nell’arte i concetti scientifici necessari per comprendere il cambiamento climatico. Nei murales come nelle sculture, nei video come nelle installazioni e nelle performance, Andreco indaga il rapporto tra lo spazio urbano e il paesaggio naturale e le relazioni tra uomo e ambiente. Nel suo ciclo Climate coniuga scienza del clima e attivismo ambientalista.
‒ Maurita Cardone
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #54
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