Forzare le porte dell’abitudine

Informazioni Evento

Luogo
DAVIDE PALUDETTO ARTECONTEMPORANEA
Via degli Artisti 10, 10124 , Torino, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
28/04/2020

ore 21

Generi
arte contemporanea

Le saracinesche della nostra galleria saranno aperte, all’interno le luci accese, le opere esposte, pronte ad essere guardate solo da fuori.

Comunicato stampa

L’arte è un sogno. Qualcosa per cui vivere. Ma quando la realtà, così come la
conoscevamo, diventa anch’essa un sogno, allora l’arte non è altro che un
modo di guardare in faccia la realtà. Da domani le saracinesche della nostra
galleria saranno aperte, all’interno le luci accese, le opere esposte, pronte
ad essere guardate solo da fuori, in attesa di quando potranno essere di
nuovo sfiorate con le mani. Protette, ma presenti.
Gli esseri umani sono sempre stati refrattari ai cambiamenti improvvisi. È un
dato di fatto che forse proviene dalla natura stessa dei sensi. Una serie di
bussole fisiche e psichiche che ci orientano verso rotte conosciute,
all’interno delle quali rassicurare le ansie e definire la normalità.
I ben informati dicono che ci vogliono solo poche settimane per costruire
delle nuove consuetudini. E oggi, che ci siamo saggiamente ma stranamente
adattati a questa realtà, fatta essenzialmente di movimenti piccolissimi,
bisognerà forzare le porte dell’abitudine per ricordare come eravamo e per
capire cosa saremo di nuovo.
Quando le mani non possono toccare, i piedi non possono esplorare, il naso
non può respirare la stessa aria di chi ti è vicino, quando davanti alla
bocca campeggia un dispositivo che annulla ogni espressione facciale, allora
è compito degli occhi oltrepassare le soglie della conoscenza. È compito
dell’arte ricreare per un attimo la realtà.
Usiamo continuamente tracce d’arte per sopportare la clausura, grazie alle
memorie dei dispositivi che contengono opere. O grazie alla memoria
individuale stessa, dove ricreiamo continuamente qualcosa di compiuto,
sintetico. Qualcosa di nostro che viene dal passato, con l’ingenua pretesa
che voglia mandarci segnali per il tempo a venire.
Da domani, anche solo simbolicamente, l’arte cerca di riprendersi un pizzico
di futuro, di normalità, di libertà...