Lettere dal fronte domestico: la testimonianza da Roma di Fabio Severino

Amici e colleghi condividono con la redazione di Artribune piccoli racconti ed esperienze dalla quarantena. Uno spazio di condivisione di idee, pensieri, speranze.

In questi giorni difficili, nei quali tutta l’Italia è bloccata, i musei sono chiusi, i luoghi di ritrovo scomparsi, a causa dell’emergenza Coronavirus, l’isolamento fisico necessario a proteggerci è indispensabile ma non deve limitare le nostre relazioni emotive, ancora più importanti per sostenerci l’un l’altro. Per dare un segno della nostra volontà di stare insieme abbiamo chiesto a tanti intellettuali di scrivere una lettera che dica cosa si sta facendo, che libro si sta leggendo o rileggendo, che racconti le difficoltà, le scoperte e le riscoperte. Dopo la prima lettera scritta da Antonio Mancinelli, Caporedattore di Marie Claire, sono seguiti i dispacci della giornalista e critica d’arte Alessandra Mammì,  della curatrice Domitilla Dardi, dell’architetto Antonio Forcellino, della corrispondente dalla Spagna di Artribune Federica Lonati, della curatrice e docente IUAV Maria Luisa Frisa, del critico e curatore Gianluca Marziani, il curatore Alessandro Facente, il regista Pietro Mereu da Milano. A raccontarci la propria quarantena è adesso il manager culturale Fabio Severino (Clara Tosi Pamphili).

LA LETTERA

È più di un mese che stiamo a casa. per me che sono un iperattivo è stata una scommessa difficile. Al momento la sto vincendo io. Normalmente viaggio almeno tre giorni alla settimana, da diversi anni. prendo 4 o 6 aerei o treni alta velocità. Ho una vita misurata al minuto. Niente è fuori posto, tutto è perfetto nella mia organizzazione quotidiana di doveri e impegni. Il piacere che è trasversale invece non ha briglie, è dappertutto. È la mia regola magica di vita.

Adesso invece è tutto scandito nell’immobilismo di casa. Per fortuna l’ho cambiata lo scorso anno e adesso ho una bella terrazza sul verde e il sole diretto tutto il giorno. Credo che diversamente avrei capitolato al secondo giorno.

Nella nuova dimensione domestica è tutto estensivo: cura di sé, dei miei figli, dei dettagli. Il tempo sembra comunque non bastarmi mai. Sto leggendo moltissimo. Tante cose che avevo comprato e mai aperto, altre che ho iniziato e poi lasciato perché richiedevano una concentrazione che la quotidianità mi dava occasionalmente solo la domenica pomeriggio. Leggo religione, filosofia, storia, economia. Il mio iperattivismo si è trasformato nel vivere cento vite tra le carte. Non leggo letteratura, se non marginalmente, ma saggi, teorie, e la testa mi si riempie di idee, nuovi sogni. Io non posso vivere senza sogni. E non è importante che si realizzino. Anzi secondo me una buona parte devono rimanere nel nostro cuore e nei nostri occhi, per far sì che tutte le cose non belle che ci accadono, come è naturale nella vita, si compensino subito di qualche sogno rimasto lì in attesa pronto a consolarci quando proprio ne avevamo bisogno.

UN MOMENTO DI RACCOGLIMENTO

Ho voglia di poter riuscire, ma non ho fretta. Mi sto godendo questo momento di raccoglimento. Ho preso distanza e sto guardando con più lucidità il superfluo. Non che questo credo possa essere evitabile o inutile, perché la vita è fatta di tutto, anche di superfluo. Ma è la regola dell’equilibrio a non dover essere mai smarrita. Quindi va bene la solitudine, va bene lo smarrimento, concentrarsi, riconoscere il superfluo. Tutto affinché siamo in grado di rimanere a fuoco su ciò che vogliamo senza dimenticare ciò che siamo. Sono un’ottimista. Secondo me anche il bicchiere vuoto è comunque un po’ pieno, perché c’è la nostra energia e la nostra determinazione a riempirlo di qualcosa di nuovo quanto prima. Adesso è in corso una grande crisi, che ci porterà a ulteriori nuove abitudini, rigide e rigorose per molti mesi ancora. Saranno un’esperienza (anche di dolore) e un’opportunità. Per continuare a lavorare sull’equilibrio. Ma anche per inventare lavori nuovi, idee nuove, per svolgere quella funzione naturale e indispensabile di ogni essere umano: un senso nella propria vita, un ruolo nella società

Fabio Severino

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Fabio Severino

Fabio Severino

Fabio Severino, MBA e PhD in marketing, è economista e sociologo. Esperto di cultura e turismo, già ceo di impresa, docente a La Sapienza di Roma e visiting a Londra, Barcellona e Lione, consulente di Onu e ministeri, è autore…

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