Dignità dell’errore

“Esiste solo una definizione per tutto”. Peccato che l’aereo carosello di parole che recitano l’assioma sia un codice inaccessibile. L’unica verità assoluta, l’inesistenza di essa, svelata da Ryan Gander. A Napoli, fino al 18 maggio, alla Fondazione Morra Greco.

Solo una vocale separa ‘errore’ da ‘errare’. Ma, se a ‘sbaglio’ si sostituisce ‘esperienza’, anche reiterare la stessa – apparentemente – cieca via è irrinunciabile vissuto conoscitivo. Ryan Gander (Chester, 1976) imbastisce continui inganni e sfide alla capacità di riconoscere il vero, a partire dall’iniziale motto criptato che, decodificato, dichiara proprio l’opposto di ciò che attende il pubblico.

Sculture, diapositive, foto, fasulli objets trouvés: tutte esche per concettuali e simbolici cortocircuiti gnoseologici nel fruitore. Per spingerlo a percorrere, come l’attore del video Man on the bridge, ancora e ancora ripetutamente lo stesso ponte che lo separa dal vero. Perché, se non esiste o non importa il perfect take, anche l’apparente insulso loop svela invece la sua celata, ipnotica natura: l’unica verità non è la meta ma il processo, e il coraggio di rendere reale ogni transizione da esso richiesta.

Diana  Gianquitto

Napoli // fino al 18 maggio 2012
Ryan Gander – Lost in my own recursive narrative
FONDAZIONE MORRA GRECO
Largo Avellino 17
081 210690
[email protected]
www.fondazionemorragreco.com

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Diana Gianquitto

Diana Gianquitto

Sono un critico, curatore e docente d’arte contemporanea, ma prima di tutto sono un “addetto ai lavori” desideroso di trasmettere, a chi dentro questi “lavori” non è, la mia grande passione e gioia per tutto ciò che è creatività contemporanea.…

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