Dalla Cina, il disco-design di Passepartout Duo
Intervistati prima del lockdown, Nicoletta Favari e Christopher Salvito, fondatori di Passepartout Duo, ci hanno raccontato la loro esperienza al confine tra arte visiva e musica.
Se c’è una cosa che la musica ha in comune con l’arte visiva, è il concetto. Su questa idea basilare Passepartout Duo, una pianista e un percussionista, ci ha costruito un disco.
“La composizione musicale è basata su un concept e sulla creazione di strutture formali, complementate da ciò che gli strumenti stessi ci dettano: i loro limiti diventano il campo ideale per la nostra creatività”, ci spiega Nicoletta Favari, originaria di Verona, che ha fondato il duo quattro anni fa insieme al suo compagno, Christopher Salvito, lavorando da allora tra residenze artistiche e tour musicali in giro per il mondo, collaborando con ballerini e artisti di ogni disciplina, e creando anche installazioni sonore. “Ci piace parafrasare Charles Eames: l’artista deve riconoscere le costrizioni e lavorare entusiasticamente assecondandole”. Anche il processo diventa motivo di costante riflessione: “Durante la nostra residenza allo Swatch Art Peace Hotel di Shanghai stiamo creando un nuovo strumento, un sintetizzatore modulare, e stiamo sperimentando con il carillon, affascinati dall’aspetto elettronico e da quello meccanico nella produzione del suono”.
LA RESIDENZA DI PASSEPARTOUT DUO A SHANGHAI
Pittori, scultori, registi, scrittori, designer sono i frequentatori abituali del Bund di Shanghai, il quartiere con gli edifici storici in stile europeo, dove ha sede la residenza internazionale degli artisti di Swatch: è stata questa la tappa più recente del peregrinare di Passepartout Duo, prima dell’uscita il 10 aprile di Vis-à-Vis. “Questo progetto è nato dall’intersecarsi di due condizioni: il nostro primo viaggio in Cina e la proposta estemporanea, fattaci da una ditta di design a Pechino, di utilizzare degli strumenti musicali artigianali”, continuano i due musicisti che hanno curato proprio tutto, dall’ideazione degli strumenti alla composizione, dalla registrazione delle tracce al design del vinile.
Un album con una forte componente visiva, realizzato in collaborazione con la piattaforma curatoriale AnyOne di Pechino: un prodotto di design, con fogli colorati e intagliati i quali, sovrapposti in varie combinazioni, creano figure geometriche in sintonia con i ritmi della musica. Il disco doveva anche essere protagonista di una serie di concerti e presentazioni con sette tappe in Cina, programmate prima che scoppiasse l’emergenza Covid-19, come ci aveva raccontato il duo. “Nella seconda metà di marzo saremo in tour con i due artisti cinesi che hanno fondato AnyOne e che supportano il nostro progetto, Yannis Zhang e Yumo Wu. Con loro lo presenteremo in gallerie, musei, salotti musicali in varie città, e concluderemo il tutto con un video sulle montagne dello Yunnan. Uno degli edifici dove ci esibiremo è firmato da Renzo Piano a Hangzhou per il marchio di moda JNBY”. Un tour, ci auguriamo, soltanto rimandato.
‒ Claudia Giraud
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