L’arte e la gioia nella solitudine: dai Mandala di Alberto Di Fabio ai girasoli di Van Gogh

L’artista Alberto Di Fabio ha trasformato la sospensione del tempo della quarantena in un periodo propedeutico e di riflessione, in cui la sua ultima serie “Mandala” diventa come una forma di preghiera.

Alberto Di Fabio si è rifugiato nel suo mondo artistico per fuggire al coronavirus e alle paure: l’artista, noto al pubblico internazionale del mondo dell’arte per le sue grandi tele e murales, si è rifugiato nel “piccolo”, costruendo un mondo lillipuziano, fatto di “teatrini” animati dai lego dei figli, da chiodi e mascherine che altro non sono che progetti per futuri e possibili wall-painting. In questa atmosfera giocosa onirica e favoleggiante, quello che colpisce il visitatore virtuale sono senz’altro i nuovi Mandala. Queste opere, già anticipate in parte nella recente mostra ospitata dalla Galleria Luca Tommasi, appaiono più fluide e meno materiche rispetto alle precedenti opere ancora oggi in mostra a New York (alla GR Gallery) e a Roma (da Gaggenau Design Elementi).

I MANDALA DI ALBERTO DI FABIO: L’ORIGINE

Comprendere la genesi di queste opere-mandala ci permette di apprezzarne l’estrema coerenza con tutto il percorso artistico di Alberto Di Fabio, la cui pittura viene spesso incompresa da occhi poco attenti ed erroneamente assimilata a un’eterea manifestazione visiva di gioia. In realtà, ciò che vediamo è il risultato di una forte inquietudine e tensione verso la perfezione che trova proprio nel gesto creativo catarsi e risoluzione. L’artista, durante un recente dialogo, descriveva le sue opere come “preghiere universali per il Mondo che verrà“, aggiungendo che ciò che vorrebbe lasciare ai posteri sarebbe un “grande libro” che spieghi il suo pensiero. Alla luce di ciò, è facile ricondurre i Mandala come il punto di arrivo di quella ricerca di elevazione e trascendenza che accompagna Alberto Di Fabio sin dai tempi – anni ’90 – delle montagne dipinte su carte cinesi stampate con mantra.

Alberto Di Fabio Mandala 2020 ©albertodifabio

Alberto Di Fabio Mandala 2020 ©albertodifabio

I RIFERIMENTI DEI MANDALA DI ALBERTO DI FABIO

In queste nuove opere l’artista è riuscito a sintetizzare e far coesistere in modo sincretico diversi elementi e riferimenti religiosi, spirituali e artistici a lui cari: se da un lato recupera la dimensione rituale dei geometrici mandala induisti, è innegabile il forte riferimento ai mandala buddisti in cui è rappresentato l’Universo nella sua complessità, sintesi di periferia e centro, di quegli elementi che solo apparentemente ci sembrano “opposti”. Inoltre, la compulsione nel rappresentarli diventa essa stessa preghiera, distacco dalla realtà, un rituale non tanto performativo quanto salvifico volto a giungere, comprendere e raffigurare l’essenza della realtà. In fondo la parola stessa “mandala” può significare secondo alcune interpretazioni “raccogliere l’essenza”.  Non stupisce, perciò, che tale passo in avanti nella ricerca artistica e personale dell’artista giunga in queste settimane così difficili per tutti noi: Alberto Di Fabio ha avuto modo e tempo per riflettere e meditare su come ripartire e/o andare avanti.

Alberto Di Fabio Mandala 2020 sunflower ©albertodifabio

Alberto Di Fabio Mandala 2020 sunflower ©albertodifabio

I MANDALA DI ALBERTO DI FABIO E I GIRASOLI DI VAN GOGH

Alberto è riuscito oggi a trovare la sua dimensione e a convertire la stasi della quarantena in una fase propedeutica e necessaria al proprio futuro artistico. Chi lo conosce di persona sa che è una persona tanto dinamica quanto socievole: lontano dal suo studio, con la compagnia dei figli e del gatto Cocco, è riuscito con resilienza a trasformare casa sua e il garage in studi d’artista, ai quali ha invitato i suoi amici a fargli visita con video, call, web e qualsiasi mezzo virus-free. La storia di queste opere e della loro genesi riporta alla mente i noti girasoli dell’artista olandese: a ben pensarci, i Mandala dipinti di Alberto Di Fabio ricordano quei girasoli dipinti da Van Gogh ad Arles. I girasoli sono il fiore del sole, un mandala vivente, che racchiude in sé la perfezione e la complessità dell’universo. Come Van Gogh nel 1888, Alberto si è ritrovato in bilico tra il volere/dover viver in solitudine e la voglia di comunicare e socializzare: infatti, non tutti sanno che la maggior parte delle tele con i girasoli costituirono un momento di catarsi per Van Gogh, che li dipinse nella casa gialla di Arles nel breve periodo di felicità ritrovata dopo tanta solitudine, quando l’amatissimo amico e artista Gauguin gli fece visita e visse – in povertà – con lui. Allo stesso modo, i mandala di Alberto Di Fabio rappresentano una felicità ritrovata, il segno che l’arte può trasformare le costrizioni fisiche e la solitudine – oggi causata dall’epidemia da coronavirus – in sublimazione dell’anima, in occasione per liberare la propria arte. La vera essenza rappresentata dai mandala di Alberto Di Fabio è forse questa: nonostante tutto l’arte come l’universo non possono e non devono avere confini.

-Sabino Maria Frassà

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