Il futuro delle gallerie d’arte. Intervista a Enzo Cannaviello
Come sarà il futuro delle gallerie d’arte? E la fase 2? Continua l’inchiesta che interroga gli attori protagonisti del mercato dell’arte conEnzo Cannaviello da Milano…
Come stanno reagendo le gallerie d’arte contemporanea italiane agli effetti dell’isolamento dovuto all’emergenza Covid-19 e ai primi segnali della Fase 2? Ve lo stiamo raccontando passo passo con le voci dei protagonisti. Le prime impressioni c’erano arrivate da Alfonso Artiaco, Galleria Continua, Monitor, Mazzoleni, Poggiali, Massimo Minini, in un articolo apripista di questo dibattito. Poi avevamo interrogato Valentina Bonomo da Roma, i titolari della P420 di Bologna, Franco Noero da Torino, Thomas Dane, da Napoli, da Milano e Pescara la galleria Vistamare, da San Marino, Claudio Poleschi, Antonella Berruti e Francesca Pennone della galleria Pinksummer da Genova. E da Milano ci risponde Enzo Cannaviello…
Naturalmente questo è un momento estremamente difficile a livello umano e sociale, ma concentrandoci esclusivamente sugli aspetti professionali, quali sono attualmente i rischi e le preoccupazioni per una attività imprenditoriale come quella di una galleria?
Le preoccupazioni sono quelle di tutte le altre attività imprenditoriali. L’arte però è colpita maggiormente perché non è un bene di prima necessità. Si tratta di un acquisto che si può rinviare, non ha carattere di urgenza.
State lavorando con la vendita a distanza?
La vendita a distanza in questo momento è limitata. Non siamo presenti sulle piattaforme online. Procediamo con metodi più classici anche in questo periodo.
Che tipo di iniziative, anche culturali, state portando avanti per il vostro pubblico e con che obiettivi?
Stiamo portando avanti da inizio quarantena sui nostri canali social (Instagram e Facebook) degli studio visit virtuali che hanno mantenuto vivo l’interesse e l’apprezzamento del mio pubblico. Mostriamo gli studi degli artisti più giovani con cui collaboriamo (come l’artista che ho attualmente in galleria, Marion Fink) e degli artisti storici di cui ho realizzato alcune personali negli anni (Maria Lassnig, Jean Dubuffet, Sigmar Polke, Günter Brus, Georg Baselitz…).
Il 26 aprile il Presidente del Consiglio si è pronunciato in merito alla Fase 2. Cosa vi aspettate per il futuro del sistema dell’arte? Siete pronti a riaprire?
Premesso che in galleria non c’è mai un pubblico tanto numeroso da creare situazioni di rischio non credo che per questo motivo ci sarà una flessione. Non ritengo che questa situazione influirà negativamente sull’andamento del mercato dell’arte. Tranne forse dal punto di vista psicologico perché le persone sono preoccupate. Noi siamo pronti a riaprire e ad andare avanti con le mostre.
L’intera stagione fieristica del primo semestre di quest’anno è saltata, con probabili ripercussioni anche sulla seconda parte dell’anno: pensi che le viewing room e le manifestazioni virtuali possano essere un buon compromesso?
Premesso che per me è un fatto positivo che non siano state fatte fiere in questo periodo (tutti conoscono la mia avversione in materia ma ora sarebbe lungo spiegare), sono convinto che viewing room e manifestazioni virtuali di questo tipo siano lontanissime da sostituire gli eventi fisici e peggiorino ancora di più l’esperienza dell’arte.
Come cambierà a vostro parere il sistema dell’arte in seguito a questa emergenza? Quali strategie secondo voi si possono attivare per fare fronte comune?
Io non credo che cambierà il sistema dell’arte. Fronti comuni sono stati molto rari in questo campo e penso che non ci saranno sostanziali novità. Il gallerista è sempre stata una professione individualistica per eccellenza.
–Santa Nastro
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